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Alimentare, cambia la domanda

Vittorio Spinelli sabato 5 novembre 2005
Il mercato dei consumi alimentari sta cambiando. Dopo un periodo di stagnazione e successivamente ai timidi segnali di ripresa, adesso, infatti, cambiano domanda e modalità di vendita. Rimangono, tuttavia, alcuni dati di fondo: qualità e salubrità continuano ad essere ai primi posti fra i criteri di scelta, ma a dettare legge è pur sempre il prezzo. In ogni caso, il giro d'affari miliardario fa dell'alimentare uno dei mercati più ricchi della nostra economia. Per capire meglio come si muove la domanda alimentare nazionale, basta prendere in considerazione i casi dei frutti esotici e del vino novello. È un fatto che sulle tavole degli italiani sempre più spesso si trovino decine e decine di varietà diverse di frutti esotici. Stando a quanto emerso a Tropicalia - una manifestazione didattico-scientifica che in queste settimane si svolge alle porte di Milano - ananas, mango, frutto della passione, papaia, avocado, guayaba sono ormai solo alcuni dei frutti che abbiamo imparato ad acquistare. Con buona pace delle nostrane mele e pere, pesche e albicocche. Ma, d'altra parte, il flusso di frutta più "tradizionale" che arriva da produttori oltre oceano è ormai ininterrotto. Secondo Coldiretti, per esempio, le importazioni di frutta dall'estero sono arrivate a 1,7 miliardi di euro. In particolare, oltre la metà della frutta importata viene da Paesi del Centro e Sud America come Equador, Colombia, Cile, Argentina e Brasile (55% del valore totale delle importazioni) con un aumento degli arrivi in valore pari al 35% dal 2000 al 2004. Ma sono rilevanti anche le importazioni dai Paesi africani e dalla Cina. La conclusione macroeconomica è che - stando ai produttori - questa situazione mette a rischio la posizione dell'Italia in Europa. È una situazione non certo tranquillizzante per le nostre imprese, che devono correre ai ripari e in fretta. È per questo che, fra l'altro, anche l'ultimo decreto legge sugli "Interventi urgenti in agricoltura" contiene norme per favorire la presenza di prodotti agricoli regionali nei supermercati attraverso accordi di filiera. Occorrerà ovviamente vedere se e come questa indicazione sarà applicata e quanto potrà influire sugli acquisti. Intanto, il mercato alimentare celebra i suoi riti. Come quello del vino novello. Da domenica 6 novembre si potrà infatti acquistare e degustare il vino novello edizione 2005. Una specie di appuntamento fisso, anch'esso oggi un po' appannato dal calo di produzione (130mila ettolitri per 17 milioni di bottiglie), che vale comunque la bella cifra di 80 milioni di euro. Anche in questo caso, tuttavia, il mercato continua a cambiare. Se fino a qualche anno fa, infatti, il novello era roba da appassionati, adesso non solo è di dominio comune ma gli stessi produttori pensano all'export arrivando addirittura al vino novello italiano kasher, rispettoso cioè delle regole religiose ebraiche e destinato a essere esportato in Israele. Insomma, tutto può funzionare pur di vendere e di rimanere sul mercato.