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Agricoltura rigenerativa: l'innovazione dei giovani

Andrea Zaghi domenica 25 settembre 2022
Giovani agricoltori, innovazione e formazione. Legame stretto e precursore di sviluppo. Sempre che vi siano le condizioni adatte. Che, occorre dirlo subito, non è detto che siano così facili da trovare. Servono investimenti, volontà di fare, possibilità di sperimentare, strutture adatte, luoghi d'insegnamento attenti. Le cronache agricole di questi giorni, forniscono comunque segnali incoraggianti.
Domani, a San Bonico (Piacenza), inizia ad operare un'azienda agricola dedicata all'innovazione e alla sperimentazione. A volerla sono state l'Università Cattolica del Sacro Cuore e la Fondazione Romeo ed Enrica Invernizzi (Centro di Ricerca Romeo ed Enrica Invernizzi, Crei). Cerzoo, questo il nome della struttura, è un'azienda agro-zootecnica creata per sperimentare nuovi itinerari di coltivazione rigenerativa e per migliorare l'efficienza, il benessere animale e la sostenibilità delle produzioni lattiero-casearie. Tra i campi di indagine sono l'agroecologia, la fisiologia dell'alimentazione animale, la qualità del latte, la zootecnia di precisione e la compatibilità ambientale. Luogo di ricerca, quindi, e di insegnamento. Quello che ci vuole, appunto, per i giovani che, in agricoltura intanto, danno buone prove.
Le ultime indagini, come quella presentata a Torino da Ismea in occasione di "Terra Madre", lo dicono chiaro: «Le aziende condotte da giovani presentano un grado maggiore competitività, produttività, propensione all'innovazione e orientamento al mercato». Voglia di fare, appunto. Che in agricoltura esiste ancora. In base ai dati del Registro delle imprese, dal 2017 ad oggi sono nate ogni giorno per mano di giovani fino a 35 anni di età 21 nuove aziende agricole e solo 5 hanno chiuso i battenti. A conti fatti, il saldo è in attivo per oltre 6.000 aziende nella media del quinquennio. Il risultato è semplice. Il numero di imprese agricole condotte dalle nuove generazioni risulta a fine 2021 pari a 56.172 in crescita dello 0,4% all'anno negli ultimi 5 anni. Poco, si dirà. Molto, invece se si guarda al resto dell'economia. Nello stesso periodo il numero complessivo delle aziende agricole, fa notare sempre Ismea, si è ridotto al ritmo dello 0,7% all'anno e quello delle aziende "giovanili" dell'intera economia addirittura del 2,4%, corrispondente alla scomparsa di oltre 70.000 imprese nel periodo osservato. Insomma, i giovani agricoltori ci sono e aumentano di numero. Le strutture come quella di Piacenza esistono anche per questo.