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Aggiornamento professionale? Sui “falsi” sempre troppo tardi

Gianni Gennari venerdì 14 marzo 2014
Ieri l'Ordine mi ricorda via lettera che per noi giornalisti da gennaio 2014 c'è per legge obbligo di "aggiornamento". Ovvio: cestino, e via! Sempre ieri su "Repubblica" (p. 34) Augias riprende la vicenda di "Valentina" e del suo «aborto choc» di 4 anni or sono in un bagno dell'Ospedale Pertini di Roma, abbandonata dai medici obiettori e infastidita da estranei che «Vangelo alla mano» (!) la accusano di «reato». Accorata indignazione del… "collega", ma… C'è un "ma": già l'altro ieri l'Ospedale ha smentito tutto, come riportato qui ieri (p. 8) e come riconosciuto anche da "L'Unità" (p. 16), ove la pretesa vittima dichiara che in realtà la sua – complice l'Associazione Luca Coscioni che ha fabbricato il tutto – voleva essere una «denuncia della legge 40». Dunque "Avvenire" e persino "Unità" "aggiornati", addirittura con "smentita", ma "Repubblica" e Augias – e ieri anche Furio Colombo sul "Fatto" (p. 19) – non aggiornati e quindi nel falso. Che fare? Riprendo dal cestino la lettera dell'Ordine sull'obbligo dell'aggiornamento professionale e la mando ad Augias e Colombo, a "Repubblica" e "Fatto". A parte l'onestà professionale e l'informazione, non è mai troppo tardi per adeguarsi alle leggi vigenti.