Rubriche

Agata. Quella «bellezza della fede» che il mondo non riconosce

Matteo Liut martedì 5 febbraio 2019
La fede ci rende belli perché dona la luce di Dio, un bagliore che anche gli occhi del mondo sanno riconoscere, ma che non sempre accettano. Fu la bellezza di sant'Agata ad affascinare il proconsole di Catania, Quinziano, che imbastì un processo contro di lei sperando che la giovane abbandonasse il Vangelo per cadere tra le sue braccia. Una bramosia alla quale la giovane, nata nei primi decenni del III secolo a Catania in una famiglia nobile di fede cristiana, non cedette. Quando aveva 15 anni, infatti, Agata aveva scelto di donarsi al Dio di Gesù Cristo e il suo vescovo accettò di imporle il velo rosso delle vergini consacrate. Arrestata nel 251 fu processata e orribilmente torturata dopo aver rifiutato di rinnegare la propria fede e aver resistito ai tentativi di seduzione da parte di Quinziano. Morì dopo essere stata gettata in cella agonizzante.
Altri santi. Sant'Avito, vescovo (450-523); beata Elisabetta Canori Mora, madre di famiglia (1774-1825).
Letture. Eb 12,1-4; Sal 21; Mc 5,21-43.
Ambrosiano. Sir 36,12-22; Sal 32; Mc 6,1-6a.