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Adriano di Canterbury. L'umiltà di seguire la propria vocazione

Matteo Liut domenica 9 gennaio 2022
Di cosa ha bisogno il mondo, di cosa ha bisogno la Chiesa e come posso io, con i miei talenti e i miei limiti, rispondere a questi bisogni? È questa la domanda vocazionale che ogni battezzato si deve porre, la stessa che si pose sant'Adriano di Canterbury. La risposta spinse questo abate vissuto tra il VII e l'VIII secolo a rinunciare a posti di "prestigio" per continuare a mettere a frutto i propri doni secondo la sua vera vocazione. Originario dell'Africa, abate di Nerida in Campania, papa san Vitaliano lo chiamò a diventare vescovo di Canterbury. Adriano rifiutò e indicò l'amico Teodoro di Tarso al suo posto, accettando nel 668 di seguirlo e affiancarlo nel suo ministero episcopale come consigliere. Divenne così abate del monastero dei Santi Pietro e Paolo, che poi fu dedicato a Sant'Agostino. Sotto la sua guida crebbe un fiorente centro di formazione per numerosi vescovi e punto di riferimento per la Chiesa di tutta l'isola.
Altri santi. San Marcellino di Ancona, vescovo (VI sec.); sante Agata Yi e Teresa Kim, martiri (XIX sec.).
Letture. Battesimo del Signore. Romano. Is 40,1-5.9-11; Sal 103; Tt 2,11-14;3,4-7; Lc 3,15-16.21-22.
Ambrosiano. Is 55,4-7; Sal 28 (29); Ef 2,13-22; Lc 3,15-16.21-22.
Bizantino. Ef 4,7-13; Mt. 4, 12-17.
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