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Accontentiamoci della signora Volpe

Andrea Fagioli sabato 29 luglio 2023
Sulle nostre tv è il momento delle spie inglesi. Ad appena 48 ore dalla partenza su Sky Atlantic della serie Una spia tra noi, ha debuttato in chiaro mercoledì in prima serata su Canale 5 il giallo britannico in tre puntate Signora Volpe con protagonista Sylvia Fox, un altro agente dell’MI6 (l’agenzia di spionaggio per l’estero del Regno Unito), curiosamente interpretata da un’attrice con lo stesso cognome: Emilia Fox. E come come si sa in inglese «fox» significa appunto «volpe». In questo caso, però, più che di una spy story si tratta di un crime drama. Sylvia Fox è infatti ormai un’ex spia delusa dal lavoro, che si ritrova nel piccolo borgo di Panicale in Umbria, invitata in Italia dalla nipote Alice in occasione del suo matrimonio con l’italiano Tommaso Rossi. Ma proprio il giorno delle nozze il futuro sposo scompare, mentre il cadavere di una donna riemerge dalle acque del lago. Sylvia non può fare a meno di indagare, entrando in qualche modo in competizione anche (e non è il primo caso televisivo) con i carabinieri del posto, il cui capitano ironizza proprio sul cognome della protagonista chiedendole se deve chiamarla «Signora Fox» o «Signora Volpe». Lei risponde che «è più bello in italiano» e lui ribatte che «tutto è più bello in italiano». È solo una battuta, nemmeno troppo felice, ma la dice lunga sul ruolo che la serie inglese, creata da Rachel Cuperman e Sally Griffiths, attribuisce ai borghi e al paesaggio del nostro Paese dove è stata interamente girata tra la rammentata Umbria e il Lazio con in particolare Roma e il Lago di Bracciano. Tutto il resto, al di là dell’ode all’Italia, è piuttosto ingenuo per non dire banale (vicenda, intreccio, indizi, situazioni…, persino la colonna sonora), ma in questo clima televisivo estivo bisogna accontentarsi se anche solo si evita una replica. © riproduzione riservata