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Nicoletta Martinelli. Abiti «elettronici» Il futuro si indossa

AA. VV. venerdì 26 giugno 2015
Il fatto che una goccia di inchiostro possa contenere circuiti elettronici, per noi profani ha un che di fantascientifico. Al contrario, per gli addetti ai lavori è una prassi assodata. Sorpassata, anzi, o – per meglio dire – migliorabile. L'elettronica stampata non è più una novità se i supporti sono la carta o la plastica mentre è inedita o, comunque, da perfezionare per i tessuti: a risolvere il problema di fondo – conferire elasticità all'inchiostro – ci ha pensato un gruppo di ingegneri dell'università di Tokyo, guidati da Takao Someya. Il loro studio è stato pubblicato sulla rivista «Nature Communications» e ha come esito un tessuto-sensore, simile a un cerotto, che incollato sul braccio serve a misurare l'attività muscolare. L'evoluzione del prototipo, che si prevede veloce, porterà alla realizzazione di abiti elettronici, che ingloberanno nel tessuto i dispositivi per la rilevazione di svariati parametri biologici, a cominciare dalla frequenza cardiaca.L'inchiostro si ottiene miscelando fiocchi d'argento, solvente organico, gomma al fluoro e fluoro tensioattivo secondo procedimenti e dosi che gli consentono di restare altamente conduttivo anche quando è allungato per oltre tre volte la sua lunghezza iniziale. Che, già di per sé, è un record per i materiali elastici elettronici. Primato nel primato, la stampa non necessita di complesse procedure, come per gli inchiostri messi a punto fino a oggi: basta un unico passaggio. «Un risultato possibile – spiega Takao Someya – grazie all'uso del tensioattivo che permette ai fiocchi d'argento di auto-assemblarsi sulla superficie del modello stampato». Bisogna crederci sulla parola!