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A sondaggio preti e vescovi donne: quanti (e quali) commenti online

Guido Mocellin venerdì 30 gennaio 2015
Sulle agenzie e sui quotidiani la notizia, più o meno, è comparsa. Ma sulla Rete d'informazione ecclesiale in cui quotidianamente mi aggiro è rimasta quasi ignorata. Tranne che dal sito di Famiglia Cristiana (http://tinyurl.com/m8t4qtx ), che invece l'ha “condita” con un approfondimento e soprattutto con uno dei suoi frequenti sondaggi: «Vorreste che la Chiesa cattolica ordinasse sacerdoti e vescovi donne?».Sto parlando della consacrazione della reverenda Libby Lane, prima donna vescovo nella Chiesa d'Inghilterra. È l'attuazione di una decisione frutto di un processo lunghissimo, di cui in Italia, a parte certe fonti specializzate, si sono seguiti solo i momenti salienti. Eppure, avendo spostato l'obiettivo sulla Chiesa di Roma, il sondaggio del settimanale paolino ha riscosso qualche significativo risultato, in termini quantitativi: 39 commenti sul sito, 235 sul profilo Facebook, altri 40 per la parallela intervista alla teologa Stella Morra, più l'ulteriore ridondanza garantita dalle complessive 116 condivisioni.Quanto ai contenuti, detto di una certa prevalenza dei “no” sui “sì” e di qualche addebito alla rivista per l'iniziativa in sé, direi che le argomentazioni riflettono i principali luoghi della discussione sul sacerdozio femminile come l'abbiamo conosciuta negli anni. Compaiono, con qualche comprensibile semplificazione, i riferimenti alla Scrittura (spesi ugualmente pro e contro), quelli alla tradizione, il pronunciamento di Giovanni Paolo II come motivo sufficiente per non parlarne, le condizioni del nostro tempo (sia dal lato della parità uomo-donna, sia da quello della carenza di vocazioni sacerdotali) come motivo sufficiente per parlarne.Infine, ecco tre commenti sui quali non mi limiterei a sorridere. Estetica maschilista (suscitato dalla foto della woman bishop): «A me sembra più uomo che donna». Ministerialità confusa: «Perché non ordinare gli uomini come suore?». Prudenza bioetica: «Sì, ma dopo la menopausa».