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A passeggio con Balzac, per imparare a guardarsi intorno con meraviglia

Alfonso Berardinelli venerdì 13 giugno 2014
Una teoria del camminare? A chi poteva venire in mente un argomento simile, se non a Balzac? Niente di ciò che è umano, di ciò che esprime l'umano poteva sfuggire a Balzac. Con Michelet, Tocqueville, Burckhardt, Marx, Tolstoj, Dostoevskij, l'autore della Commedia Umana è uno dei titani del secolo romantico votati allo studio della totalità sociale.Proprio Teoria del camminare (Elliot edizioni) è il titolo di un saggio che Honoré de Balzac ha dedicato a una delle più naturali attività umane, anzi presupposto necessario di ogni attività umana, secondo lui colpevolmente sfuggita all'attenzione degli scienziati. La critica ha ormai acquisito che il realismo di Balzac è «visionario», forse trascurando che il saper vedere è un'attività creativa e che ci vuole immaginazione per osservare la realtà in dettaglio e per interpretarla. Il grande romanziere se ne mostra perfettamente consapevole. Il primo passo di ogni scienza deve essere paradossale e provocatorio, una «scoperta dell'ombrello» con cui si decide di meravigliarsi di ciò che sembra ovvio. Scendere in strada e guardarsi intorno. Notare che gli esseri umani camminano e che ognuno lo fa a modo suo. Come la voce rivela la vita mentale, la camminata rivela un carattere, un destino fisico, una volontà di essere nel mondo, una posizione sociale, un sogno di sé. Questo saggio balzacchiano ha una vivace vena comica. Pratica la riflessione come bizzarria, parodia della serietà, caricatura della scienza, requisitoria beffarda contro gli studiosi e le loro madornali distrazioni. Ma come? L'uomo cammina e noi non abbiamo ancora studiato come cammina? Ai tempi di Balzac le strade di Parigi erano un luogo ideale per osservare la folla dei passanti. Chi vuole capire meglio il contesto di questo acrobatico saggio può dare un'occhiata al terzo volume dei Meridiani Balzac, uscito alcuni mesi fa a cura di Mariolina Bongiovanni Bertini e corredato da note che valgono un trattato sulla vita sociale francese nell'Ottocento. A costo di scoprire che oggi da vedere c'è sempre meno, facciamo come nell'Ottocento: guardiamoci intorno!