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90 anni fa: come il giornalino del Pci educava Comunello e Proletino

Pier Giorgio Liverani domenica 9 febbraio 2014
L'entusiasmo e la nostalgia sembrano aver travolto l'Unità a metà della settimana appena trascorsa. Mercoledì 5 la sua ultima pagina riproduceva la prima del suo primo numero: «Quotidiano degli operai e dei contadini - Martedì 12 febbraio 1924, anno I, numero 1». Nell'emozione della ricorrenza, però, una grande scritta sbagliava addirittura l'anno di nascita: «1914-2014. Novant'anni, Gramsci! Novant'anni di idee e di lotte!». L'anno giusto di fondazione è arrivato solo il giorno successivo: 1924. Può succedere. Sempre giovedì 6, una pagina interna dell'Unità era dedicata a «"Il Fanciullo Proletario", giornalino di quando i bambini erano comunisti» (1922) e rievocava le avventure di Comunello e Proletino, illustrate e accompagnate, come faceva il "Corriere dei Piccoli", da didascalie in versi ottonari con la palese finalità di formare dei futuri bravi comunisti. Ecco qualche citazione dalla prima pagina del corrierino comunista. Titolo: «Vogliam del pane per i bambini o la testa di Mussolini». Didascalie: «Va alla scuola senza scarpe il fanciullo proletario mentre in auto se ne va il paffuto milionario. Il gerarca della scuola, il maestro e il direttore fascisteggian tutti quanti con l'inganno e col terrore. Ed i bimbi intimoriti sono messi inginocchiati: colle balle e coi discorsi son dai preti infinocchiati». Però «Nella strada Comunello narra e spiega a Proletino… a gridar "pane e lavoro, morte al truce Mussolini"…». Per saperne di più leggere "Falce e fumetto", di Juri Meda, editore Nerbini, che spiega come i versi dei «"giornalini" socialisti e comunisti facevano a gara con quelli degli analoghi fogli borghesi, cattolici e poi fascisti». Analoghi? In anni lontani sono stato un lettore di giornalini borghesi e cattolici e posso testimoniare che non erano «analoghi» a quelli dedicati ai piccoli Comunelli e Proletini.ROM APPESTATI?«Marino sindaco di Rom» e «Marino sistema gli sfollati dai Rom». Ai due titoli, in prima e terza pagina di Il Tempo (martedì 4), non manca una "a": il quotidiano più perbenista di Roma protesta perché il Comune «per dare ristoro agli alluvionati li sistema insieme agli zingari». Li ha ricoverati tutti in uno stesso albergo a tre stelle di Prima Porta, località dell'estrema periferia della Capitale: un gruppo di zingari di un campo allagato dalle piogge di questi giorni e gli sfollati del quartiere. «Il Sindaco - riferisce Il Tempo - prima ci ha portato i nomadi, due giorni dopo ha pensato a noi». Nello scandalo («l'amara sorpresa») è compresa la sistemazione. Pensate, anche i Rom usufruiscono di «letti, pasti caldi tre volte al giorno, bevande e frutta: tutto di ottima qualità». «Vedere queste cose mi fa infuriare», dice Cristina, una signora per bene e tutta asciutta. «La presenza degli zingari è inquietante», aggiunge una «consigliera di Forza Italia». Il razzismo è duro a morire. Vengono alla mente la carità cristiana,e l'uguaglianza dei cittadini e le «periferie esistenziali» di papa Francesco. BATTAGLIE DI «CIVILTÀ»L'Unità (sabato 1) commentava, con un articolo di Valeria Fedeli, vicepresidente del Senato, la protesta delle spagnole che non accettano il ritocco proposto dal capo del governo, Rajoy, alla legge sull'aborto varata dal precedente governo di Zapatero. La protesta, dice il titolo, «è una battaglia di civiltà per tutta l'Europa». Nel continente questa battaglia ha causato la morte, nel solo 2008, di 2.863.649 bambini mentre nei 27 Paesi della UE e nei 15 anni dal 1993 al 2008, i «caduti» per la «civiltà» sono stati 20.635.919 (dati dell'Istituto di Politica Familiare al Parlamento Europeo).