Rubriche

scaffale basso 18 gennaio 2015

lunedì 18 gennaio 2016
Quella di Buchettino, il bimbo talmente piccino da intrufolarsi in ogni forellino, è la stessa fiaba di Charles Perrault raccolta e pubblicata nei Racconti di Mamma Oca nel 1697 con il titolo di Le petit poucet, il nostro Pollicino, una storia per altro presente nella favolistica orale tradizionale di tanti paesi. Arcinota ai bambini di una volta che l’hanno letta e riletta o se la sono sentita raccontare mille volte, la fiaba è di quelle che può fare tremare le vene ai polsi ai più piccoli, calati immediatamente in un mondo favolosamente inquietante e ostile ai bambini nel quale tuttavia proprio loro sanno muoversi egregiamente. E’ il caso di Buchettino e dei suoi sei fratelli, una schiera di bocche affamate che i genitori poverissimi, non sapendo più dove sbattere la testa per dar loro da mangiare, decidono di abbandonare nel bosco. Ce n’è per segnare la psiche di chiunque ma non quella di Buchettino, il piccoletto della compagnia, bambino affatto tonto, di poche parole ma abituato ad ascoltare e ad attraversare mille disavventure trovando sempre una soluzione. Anche quando tutto sembra perduto. E’ lui il piccolo eroe che salva il gruppo perso nel bosco, è lui a trascinare all’ultimo minuto l’orco e l’orchessa in una sfida all’ultimo sangue dai toni agghiaccianti. E lui a portare in salvo la vita propria e dei fratelli e a capovolgere le finanze di famiglia. Scusate se è poco per uno scricciolo su cui nessuno avrebbe scommesso un soldo.
Questa edizione di Buchettino  appena pubblicata dall’editore Orecchio acerbo (13 euro) ha una storia curiosa, perché rappresenta il tentativo di rendere sulla carta un’esperienza straordinaria di teatro della compagnia Socìetas Raffaello Sanzio, in cui il pubblico viene invitato a coricarsi nei letti di un ipotetico collegio, con cuffia e camicia da notte, e ascoltare, nella penombra della sera che prelude al sonno, il racconto della fiaba. Una narratrice, seduta al centro della stanza, legge le peripezie di Buchettino, alterando la voce, evocando ogni personaggio,
provocando suoni e rumori, invocazioni, urla, risate, minacce… Portando in scena paesaggio e storia, emozioni, paure e batticuori. Il volume, dalla grafica davvero particolare, è cupo: il fondo delle pagine su cui sono incise le illustrazioni di Simone Massi sono nere, esattamente come noir si presenta la fiaba e nera è la notte a cui il lettore si abbandonerà con il sonno. Illustrazioni evocative che mai danno volto a Buchettino, ai suoi fratelli o ai genitori, tantomeno all’orco e all’orchessa. Dai 6 ai 99 anni.

 


La biografia di Manuela Mapelli, autrice di Casa casina è lo specchio di una personalità giocosa. Milanese di nascita, trasferita a Cesena da una decina d’anni, ha seguito studi artistici e dopo essersi dedicata alla scenografia e studiato da burattinaia, ha deciso di scrivere e illustrare libri per bambini. Se volete scoprire come sono nate le case, casine e casette che costellano queste pagine e magari replicare la tecnica dei timbri con i bambini potete guardare insieme il booktrailer su You Tube all’indirizzo https://www.youtube.com/watch?v=_-fj_rSXwuE
Vedrete le mani di Manuela incidere fogli di materiale sintetico e realizzare forme che inchiostrate e pressate sui
fogli come timbri, diventano case. Case tranquille e piccine dove “dal bagno in un passo arrivi in cucina”; caverne dall’aria eterna, capanne, palafitte, barche, tende, condomini di periferia, case di ringhiera, panchine che diventano case per chi non ha casa; rifugi per uccellini così intrecciati che sembrano ricamati da un sarto. A dar voce alle figure, a raccontare il senso di sicurezza e conforto che anima chi
nelle case trova
pace e famiglia sono altrettante poesie, filastrocche musicali che
fanno da colonna sonora alle immagini. Pubblicano le Edizioni Corsare (15 euro). Dai 3 anni

Cosa ci fa un cagnolino meticcio trovatello, senza casa e senza nome, tra i giurati di un elegante concorso di bellezza dove contano razza, portamento, attitudine e naturalmente… la bellezza? Ovviamente combina disastri: Nessuno – questo è il suo nome posticcio – non solo non ha un albero genealogico da campioni ma da irruento, giocherellone e golosone
qual è, con le sue scorribande finisce per
combinare un sacco di guai. Un terremoto in confronto ai blasonati concorrenti a quattro zampe aspiranti a una medaglia o a una coppa,
i quali al contrario sono
impegnati a dimostrare di essere obbedienti e diligenti. Che sarà una gara movimentata non c’è dubbio, ma come finirà? Per saperlo bisogna arrivare alla fine di Nessuno vince! – testi di José Maria Gutierrez, illustrazioni di Pablo Zweig – un libriccino divertente, popolato di cani bizzarri almeno quanto i loro padroni umani, pubblicato dall’editore Sinnos (7 euro). Perfetto per essere letto ad alta voce ai più piccini
e per le prime letture dei principianti, grazie al piccolo formato, allo stampatello maiuscolo e all’impaginazione appositamente studiata per loro. Dai 3 anni