Papa

L'udienza. Papa Francesco: lottiamo contro lo spreco e lo scarto

sabato 12 settembre 2020

L'udienza alle Comunità Laudato si'

"La nostra sfida, oggi, non è 'come ce la caviamo', come noi usciamo da questa realtà; la nostra sfida vera è 'come potrà essere la vita della prossima generazione': dobbiamo pensare a questo!". Citando il teologo martire Dietrich Bonhoeffer, Papa Francesco rinnova a tutti l'appello alla salvaguardia della nostra casa comune. Ricevendo le Comunità Laudato sì, nate su idea del vescovo di Rieti, Domenico Pompili, e di Carlo Petrini, fondatore di Slow Food (entrambi giorni fa in Vaticano per la presentazione del libro 'TerraFutura', in cui il Papa e lo stesso Petrini conversano su queste tematiche, ndr), Francesco sottolinea come "l'incuria del creato e le ingiustizie sociali" si influenzino a vicenda: "Si può dire che - afferma il Pontefice - non c'è ecologia senza equità e non c'è equità senza ecologia". Del resto "anche la pandemia lo ha dimostrato: la salute dell'uomo non può prescindere da quella dell'ambiente in cui vive".

Salvaguardare la nostra casa comune riguarda tutti, "specialmente i responsabili delle nazioni e delle attività produttive". "Non bastano impegni generici - parole, parole... - e non si può guardare solo al consenso immediato dei propri elettori o finanziatori. Occorre guardare lontano, altrimenti la storia non perdonerà. Serve lavorare oggi per il domani di tutti. I giovani e i poveri ce ne chiederanno conto. È la nostra sfida", ripete Francesco che indica due parole-chiave dell'ecologia integrale: contemplazione e compassione. Basta con quel "menefreghismo che entra nel cuore", la compassione "è il vaccino migliore contro l'epidemia dell'indifferenza".

Francesco osserva come oggi la natura che ci circonda non venga più ammirata, contemplata, ma "divorata". Tutti "siamo diventati voraci, dipendenti dal profitto e dai risultati subito e a tutti i costi". "Malati di consumo. Questa è la nostra malattia!", dice precisando come ci si affanni per l'ultima App ma "non si sanno più i nomi dei vicini, tanto meno si sa più distinguere un albero da un altro. E, ciò che è più grave - aggiunge -, con questo stile di vita si perdono le radici, si smarrisce la gratitudine per quello che c'è e per chi ce l'ha dato". Occorre "non distrarci in mille cose inutili, occorre ritrovare il silenzio" e "liberarsi dalla prigionia del cellulare, per guardare negli occhi chi abbiamo accanto e il creato che ci è stato donato". Ecco che la contemplazione "è l'antidoto alle scelte frettolose, superficiali e inconcludenti".

E il frutto della contemplazione è la compassione, che "non è dire: 'questo mi fa pena...'", ma "patire con". La compassione è il contrario dell'indifferenza, "quel menefreghismo che entra nel cuore, nella mentalità, e che finisce con un 'che si arrangi'". la compassione "non è pietismo" ma "creare un legame nuovo con l'altro". "Il mondo ha bisogno di questa carità creativa e fattiva, di gente che non sta davanti a uno schermo a commentare, ma di gente che si sporca le mani per rimuovere il degrado e restituire dignità", ribadisce Bergoglio. "Avere compassione è una scelta: è scegliere di non avere alcun nemico per vedere in ciascuno il mio prossimo. E questa è una scelta", continua sottolineando che "chi ha compassione entra in una dura lotta quotidiana contro lo scarto e lo spreco, lo scarto degli altri e lo spreco delle cose", come quell'oltre miliardo di tonnellate di cibo che ogni anno, secondo la Fao, i Paesi industrializzati buttano via e che Francesco definisce "scandaloso".

"Aiutiamoci, insieme - è il suo invito finale -, a lottare contro lo scarto e lo spreco, esigiamo scelte politiche che coniughino progresso ed equità, sviluppo e sostenibilità per tutti, perché nessuno sia privato della terra che abita, dell'aria buona che respira, dell'acqua che ha il diritto di bere e del cibo che ha il diritto di mangiare".

"Costruire la fraternità universale. E questo è il momento, questa è la sfida di oggi", conclude.

QUI IL TESTO COMPLETO DEL DISCORSO DEL PAPA