Papa

Santa Marta. Il Papa: gli scandali uccidono cuori e speranze

Roberta Gisotti - Radio Vaticana lunedì 13 novembre 2017

Papa Francesco celebra la Messa nella Cappella di Casa Santa Marta (Osservatore Romano)

Gli scandali che feriscono i cuori e uccidono speranze e illusioni: ne ha parlato stamani papa Francesco nell’omelia della Messa mattutina a Casa Santa Marta, come riferisce Radio Vaticana.

«È inevitabile che vengano scandali», ha ricordato il Papa, riprendendo le parole di Gesù nel Vangelo odierno, ma «guai a Colui a causa del quale vengono». Da qui l’avvertimento ai suoi discepoli: «State attenti a voi stessi!», «..cioè state attenti a non scandalizzare. Lo scandalo è brutto perché lo scandalo ferisce, ferisce la vulnerabilità del popolo di Dio e ferisce la debolezza del popolo di Dio e tante volte queste ferite si portano per tutta la vita. E anche non solo ferisce, lo scandalo è capace di uccidere: uccidere speranze, uccidere illusioni, uccidere famiglie, uccidere tanti cuori…».

«State attenti a voi stessi» è un monito per tutti, ha sottolineato Francesco, specie di chi si dice cristiano ma vive come pagano. È questo «lo scandalo del popolo di Dio». «Quanti cristiani col loro esempio allontanano la gente, con la loro incoerenza, con la propria incoerenza: l’incoerenza dei cristiani è una delle armi più facili che ha il diavolo per indebolire il popolo di Dio e per allontanare il popolo di Dio dal Signore. Dire una cosa e farne un’altra».

Questa è «l’incoerenza», che dà scandalo, che deve oggi farci domandare - ha sollecitato il Papa -: «come è la mia coerenza di vita? Coerenza col Vangelo, Coerenza col Signore?». Ha portato quindi l’esempio di imprenditori cristiani che non pagano il giusto e si servono della gente per arricchirsi o anche lo scandalo dei pastori nella Chiesa che non curano le pecore e se ne allontanano.

«Gesù ci dice che non si può servire a due signori, a Dio e ai soldi, e quando il pastore è uno attaccato ai soldi, scandalizza. E la gente si scandalizza: il pastore attaccato ai soldi. Ogni pastore deve chiedersi: come è la mia amicizia con i soldi? O il pastore che cerca di andare su, la vanità lo porta ad arrampicarsi, invece di essere mite, umile, perché la mitezza e l’umiltà favoriscono la vicinanza al popolo. O il pastore che si sente signore e comanda tutti, orgoglioso, e non il pastore servitore del popolo di Dio..».

«Oggi può essere - ha concluso Francesco la sua omelia - una bella giornata per fare un esame di coscienza su questo: scandalizzo o no e come? E così possiamo rispondere al Signore e avvicinarci un po’ più a Lui».