Papa

Santa Marta. Fede è storia di peccato e di grazia, tra servirsi e servire

Sergio Centofanti - Radio Vaticana giovedì 30 aprile 2015
​Il cristiano è inserito in una storia di peccato e di grazia, sempre posto davanti all’alternativa: servire o servirsi dei fratelli. E’ quanto ha affermato Papa Francesco nella Messa del mattino presieduta a Casa Santa Marta. Il cristiano è uomo e donna di storia“La storia e il servizio”: nell’omelia Papa Francesco si sofferma su questi “due tratti dell’identità del cristiano”. Innanzitutto, la storia. San Paolo, San Pietro e i primi discepoli “non annunziavano un Gesù senza storia: loro annunziavano Gesù nella storia del popolo, un popolo che Dio ha fatto camminare da secoli per arrivare” alla maturità, “alla pienezza dei tempi”. Dio entra nella storia e cammina col suo popolo:“Il cristiano è uomo e donna di storia, perché non appartiene a se stesso, è inserito in un popolo, un popolo che cammina. Non si può pensare in un egoismo cristiano, no, questo non va. Il cristiano non è un uomo, una donna spirituale di laboratorio, è un uomo, è una donna spirituale inserita in un popolo, che ha una storia lunga e continua a camminare fino a che il Signore torni”.Storia di grazia e di peccatoE’ una “storia di grazia, ma anche storia di peccato”:“Quanti peccatori, quanti crimini. Anche oggi Paolo menziona il Re Davide, santo, ma prima di diventare santo è stato un grande peccatore. Un grande peccatore. La nostra storia deve assumere santi e peccatori. E la mia storia personale, di ognuno, deve assumere il nostro peccato, il proprio peccato e la grazia del Signore che è con noi, accompagnandoci nel peccato per perdonare e accompagnandoci nella grazia. Non c’è identità cristiana senza storia”.Servire, non servirsiIl secondo tratto dell’identità cristiano è il servizio: “Gesù lava i piedi ai discepoli invitandoci a fare come lui: servire:“L’identità cristiana è il servizio, non l’egoismo. ‘Ma padre, tutti siamo egoisti’. Ah sì? E’ un peccato, è un’abitudine dalla quale dobbiamo staccarci. Chiedere perdono, che il Signore ci converta. Siamo chiamati al servizio. Essere cristiano non è un’apparenza o anche una condotta sociale, non è un po’ truccarsi l’anima, perché sia un po’ più bella. Essere cristiano è fare quello che ha fatto Gesù: servire”.Il Papa esorta a porci questa domanda: “Nel mio cuore cosa faccio di più? Mi faccio servire dagli altri, mi servo degli altri, della comunità, della parrocchia, della mia famiglia, dei miei amici o servo, sono al servizio di?”.