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Papa. Francesco: la Chiesa rinnovi lo stupore per non assomigliare a museo del passato

Redazione Internet martedì 1 gennaio 2019

(Ansa)

«La vita, senza stupore, diventa grigia, abitudinaria; così la fede. E anche la Chiesa ha bisogno di rinnovare lo stupore di essere dimora del Dio vivente, Sposa del Signore, Madre che genera figli. Altrimenti, rischia di assomigliare a un bel museo del passato. Chiesa-museo. La Madonna, invece, porta nella Chiesa l’atmosfera di casa, di una casa abitata dal Dio della novità. Accogliamo con stupore il mistero della Madre di Dio, come gli abitanti di Efeso al tempo del Concilio. Come loro la acclamiamo “Santa Madre di Dio”».
Così il Papa si è espresso nella Messa per la solennità di Maria Santissima Madre di Dio.

«Quando nella fede c’è posto per la Madre di Dio, non si perde mai il centro: il Signore, perché Maria non indica mai sé stessa, ma Gesù; e i fratelli, perché Maria è madre. Sguardo della Madre, sguardo delle madri. Un mondo che guarda al futuro senza sguardo materno è miope. Aumenterà pure i profitti, ma non saprà più vedere negli uomini dei figli. Ci saranno guadagni, ma non saranno per tutti. Abiteremo la stessa casa, ma non da fratelli. La famiglia umana si fonda sulle madri. Un mondo nel quale la tenerezza materna è relegata a mero sentimento potrà essere ricco di cose, ma non ricco di domani».


NELLA VITA FRAMMENTATA DI OGGI È OGGI ESSENZIALE L'ABBRACCIO DELLA MADRE
«La Madonna, cioè, aveva tutto a cuore, abbracciava tutto, eventi favorevoli e contrari. E tutto meditava, cioè portava a Dio. Ecco il suo segreto. Allo stesso modo ha a cuore la vita di ciascuno di noi: desidera abbracciare tutte le nostre situazioni e presentarle a Dio. Nella vita frammentata di oggi, dove rischiamo di perdere il filo, è essenziale l’abbraccio della Madre.
C’è tanta dispersione e solitudine in giro: il mondo è tutto connesso, ma sembra sempre più disunito. Abbiamo bisogno di affidarci alla Madre. Nella Scrittura ella abbraccia tante situazioni concrete ed è presente dove c’è bisogno: si reca dalla cugina Elisabetta, viene in soccorso agli sposi di Cana, incoraggia i discepoli nel Cenacolo… Maria è rimedio alla solitudine e alla disgregazione. È la Madre della consolazione, che con-sola: sta con chi è solo. Ella sa che per consolare non bastano le parole, occorre la presenza; ed è presente come madre. Permettiamole di abbracciare la nostra vita».

«E poi nel cammino della vita lasciamoci prendere per mano. Le madri prendono per mano i figli e li introducono con amore nella vita. Ma quanti figli oggi, andando per conto proprio, perdono la direzione, si credono forti e si smarriscono, liberi e diventano schiavi. Quanti, dimentichi dell’affetto materno, vivono arrabbiati con se stessi e indifferenti a tutto! Quanti, purtroppo, reagiscono a tutto e a tutti con veleno e cattiveria! (...) Mostrarsi cattivi talvolta pare persino sintomo di fortezza. Ma è solo debolezza. Abbiamo bisogno di imparare dalle madri che l’eroismo sta nel donarsi, la fortezza nell’aver pietà, la sapienza nella mitezza».

LA MADONNA NON È UN OPTIONAL, VA ACCOLTA NELLA VITA

«La Madonna non è un optional: va accolta nella vita. - così ha concluso papa Francesco nell'omelia della Messa del primo gennaio - È la Regina della pace, che vince il male e conduce sulle vie del bene, che riporta l’unità tra i figli, che educa alla compassione. Prendici per mano, Maria. Aggrappati a te supereremo i tornanti più angusti della storia. Portaci per mano a riscoprire i legami che ci uniscono».


L'ANGELUS DEL PRIMO GENNAIO 2019


"La Santa Madre di Dio, che la Chiesa celebra oggi, “ci aiuti” nell’impegno “quotidiano” al servizio della pace". Questo l’auspicio del Papa nel primo Angelus del 2019, Giornata mondiale della pace, ricorrenza voluta da San Paolo VI per il 1° gennaio di ogni anno.

La buona politica al servizio della pace
Questa cinquantaduesima edizione, ricorda Francesco, ha per tema: “La buona politica è al servizio della pace”, come reso noto nel Messaggio pubblicato l’8 dicembre scorso. "Non pensiamo che la politica sia riservata solo ai governanti: tutti siamo responsabili della vita della “città”, del bene comune; e anche la politica è buona nella misura in cui ognuno fa la sua parte al servizio della pace".