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Angelus. Il Papa: rispondere al male con il bene. L'amore trasforma i conflitti

Redazione Internet lunedì 20 febbraio 2023

Amare come Dio, oltre la logica della prudenza, del contraccambio, oltre il timore di restare delusi. All'Angelus in piazza san Pietro Francesco, di fronte a circa 20mila fedeli, commenta il Vangelo domenicale, in cui le parole di Gesù suonano particolarmente esigenti, quasi “paradossali”: Egli infatti chiede di porgere l’altra guancia, amare i nemici, ammonendo che amando solo chi ci è amico non facciamo nulla di straordinario.

"L'amore di Gesù ci chiede di lasciarci toccare dalle situazioni di chi è provato. Penso specialmente alla Siria e alla Turchia, alle tantissime vittime del terremoto. Ma pure penso ai drammi quotidiani del caro popolo ucraino, e di tanti popoli che soffrono a causa della guerra, o a motivo della povertà, della mancanza di libertà, delle devastazioni ambientali, tanti popoli". E' un appello collettivo sulle diverse situazioni di sofferenza e di guerra nel mondo quello lanciato all'Angelus da papa Francesco.
"Sono vicino in tal senso alla popolazione neozelandese, colpita negli ultimi giorni da un devastante ciclone", aggiunge, chiudendo con un invito: "non dimentichiamo chi soffre. E facciamo in modo che la nostra carità sia attenta, sia una carità concreta".
E della carità del Papa sono esempi i quantitativi di derrate alimentari e magliette termiche inviati dall'elemosiniere cardinale Konrad Krajewski in questi giorni via nave da Napoli per l'Ucraina, mentre un'altra missione in corso è quella del nuovo prefetto per le Chiese orientali, monsignor Claudio Gugerotti, in Siria e poi anche in Turchia.

Nel commento al Vangelo, poi, il Pontefice indica la via cristiana per il superamento dei conflitti. "Il Signore ci propone di uscire dalla logica del tornaconto e di non misurare l'amore sulla bilancia dei calcoli e delle convenienze. Ci invita a non rispondere al male con il male, a osare nel bene, a rischiare nel dono, anche se riceveremo poco o nulla in cambio.
Perché è questo amore che lentamente trasforma i conflitti, accorcia le distanze, supera le inimicizie e guarisce le ferite dell'odio", afferma. Il riferimento è alle parole di Gesù, che "sono esigenti e sembrano paradossali", invitandoci "a porgere l'altra guancia e ad amare perfino i nemici".

In genere, rileva il Papa a proposito di questo comportamento "straordinario", noi "preferiamo amare soltanto chi ci ama, fare del bene solo a chi è buono con noi, essere generosi solo con chi può restituirci il favore; e a chi ci tratta male rispondiamo con la stessa moneta". Ma per il Signore, avverte Francesco, "questo non basta! Noi diremmo: questo non è cristiano. Se restiamo nell'ordinario, nel bilanciamento tra dare e ricevere, le cose non cambiano. Se Dio dovesse seguire questa logica, non avremmo speranza di salvezza!".

Ecco allora come le parole di Gesù "ci sfidano". "Mentre noi tentiamo di restare nell'ordinario dei ragionamenti utilitari - sottolinea -, Lui ci chiede di aprirci allo straordinario di un amore gratuito; mentre noi tentiamo sempre di pareggiare i conti, Cristo ci stimola a vivere lo sbilanciamento dell'amore".
"Se Dio non si fosse sbilanciato, noi non saremmo mai stati salvati", ribadisce. "Ecco, Dio ci ama mentre siamo peccatori, non perché siamo buoni o in grado di restituirgli qualcosa - spiega ancora il Papa -. L'amore di Dio è un amore sempre in eccesso, sempre oltre i calcoli, sempre sproporzionato". "Oggi chiede anche a noi di vivere in questo modo - conclude -, perché solo così lo testimonieremo davvero".

IL VIDEO DELL'ANGELUS