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Defunti. Papa Francesco al cimitero Laurentino. La preghiera sulle tombe degli «angeli»

Redazione Internet venerdì 2 novembre 2018

(Siciliani)

Per la prima volta un Papa ha varcato la soglia del cimitero Laurentino. Il luogo infatti è stato scelto da Francesco per celebrare la Messa in suffragio dei defunti. Al suo arrivo, alle 16, Bergoglio è stato accolto dal cardinale vicario Angelo De Donatis, dal vescovo ausiliare per il settore Sud Paolo Lojudice e dal cappellano della cappella cimiteriale Gesù Risorto, monsignor Claudio Palma.

È cominciata con la visita privata al “Giardino degli angeli”, dove sono sepolti i bambini non nati, la prima visita del Papa al Cimitero Laurentino di Roma, per il tradizionale omaggio ai defunti del 2 novembre. Francesco è arrivato al km 13,5 di Via Laurentina poco dopo le 15.30, e subito si è recato a piedi, per una passeggiata silenziosa e la deposizione di due mazzi di rose bianche, nella prima fila e nella seconda fila delle tombe dei piccoli che non hanno potuto vedere la luce, sepolti nella terra, con piccole croci bianche adornate di girandole, peluche, orsacchiotti ed altri oggetti personali.

Dopo essersi raccolto in preghiera qualche minuto, al riparo dalle telecamere, Francesco ha attraversato la strada e, all’altro lato, ha deposto un altro mazzo di rose bianche, simbolicamente, su una delle tombe dalle croci e lapidi un po’ più grandi, per segnalare il luogo del terzo cimitero romano per grandezza – sugli undici della capitale – dove sono sepolti i bambini venuti alla luce, che hanno potuto trascorrere almeno un po’ di tempo su questa terra. Dopo la visita privata, che la gente ha salutato con un silenzio raccolto, Francesco ha salutato alcuni parenti dei piccoli.

Memoria, speranza”, e le Beatitudini come “luci” e “navigatore” per “non sbagliare il cammino”. Su queste tre “dimensioni della vita” si è incentrata l’omelia della messa al Cimitero laurentino di Roma, in suffragio dei fedeli defunti, celebrata questo pomeriggio dal Papa. “La liturgia di oggi è realistica e concreta”, ha esordito Francesco nella sua omelia, pronunciata interamente a braccio, quasi sussurrata, e durata circa 7 minuti. “Ci inquadra nelle tre dimensioni della vita, che anche i bambini capiscono: il passato, il futuro, il presente”. “Oggi è un giorno di memoria – passato – un giorno per ricordare coloro che hanno camminato prima di noi, che ci hanno accompagnato, ci hanno dato la vita”, ha spiegato il Papa a proposito della festività del 2 novembre: “Ricordare, fare memoria. E la memoria è quello che fa forte un popolo, perché si sente radicato in un cammino, in una storia, in un popolo. La memoria ci fa capire che non siamo soli: siamo un popolo, un popolo che ha una storia, che ha un passato, che ha un futuro. Memoria di tanti che hanno condiviso con noi un cammino”.

“Non è facile fare memoria”, ha ammesso Francesco: “Tante volte siamo affaticati nel tornare indietro e pensare a cosa è successo nella mia vita, nella mia famiglia, nel mio popolo. Oggi è giorno di memoria che ci porta alle radici, alle mie radici, alle radici della mia famiglia, del mio popolo. Oggi è un giorno di speranza”. “Ci aspetta la bellezza”, ha esclamato Francesco sulla scorta della seconda lettura, che ci parla di “cielo nuovo, terra nuova”, della “santa città Gerusalemme”, che con una “bella immagine” si vede “scendere dal cielo, pronta come una sposa adorna per il suo sposo”. “Memoria e speranza”, ha proseguito il Papa: “Speranza di incontrarci, di arrivare dove c’è l’amore che ci ha creato, che ci aspetta, l’amore di Padre”.

“E fra memoria e speranza c’è la terza dimensione: quella della strada che dobbiamo fare e che facciamo”, ha detto Francesco per introdurre la terza dimensione: “E come fare strada senza sbagliare, quali sono le luci che mi aiuteranno a non sbagliare strada, qual è il navigatore che lo stesso Dio ci ha dato per non sbagliare strada? Sono le beatitudini, che nel Vangelo Gesù ci ha insegnato. Queste beatitudini – mitezza, povertà di spirito, giustizia, misericordia, purezza di cuore – sono le luci che ci accompagnano per non sbagliare strada. Questo è il nostro presente”.

“Questo cimitero sono le tre dimensioni della vita”, ha concluso il Papa: “Chiediamo oggi al Signore che ci dia la grazia di mai perdere la memoria, mai nascondere la memoria – di persone, famiglie, popolo – e ci dia la grazia della speranza: saper sperare, guardare l’orizzonte, non rimanere chiusi davanti a un muro – e ci dia la grazia di capire quali sono le luci che ci accompagneranno sulla strada, per non sbagliare e così arrivare dove ci aspettano con tanto amore”.

È il quarto cimitero romano visitato da papa Francesco in occasione della commemorazione dei defunti. Per tre anni consecutivi, nel 2013, 2014 e 2015, ha celebrato la Messa all'ingresso del cimitero monumentale del Verano. Nel 2016 ha presieduto la celebrazione a Prima Porta mentre lo scorso anno si è recato prima in visita al cimitero americano di Nettuno, dove sono sepolti i soldati statunitensi caduti in Italia durante la seconda guerra mondiale, e poi ha sostato in preghiera nel sacrario delle Fosse Ardeatine. Quest’anno, invece, il Pontefice andrà nell'estrema periferia sud di Roma.

IL CALENDARIO DELLE CELEBRAZIONI DI PAPA FRANCESCO: SABATO LA MESSA IN SUFFRAGIO DEI VESCOVI E DEI CARDINALI DEFUNTI NELL'ANNO