Papa

Motu proprio. Cardinali e vescovi giudicati in Vaticano dal Tribunale (come gli altri)

Redazione Internet venerdì 30 aprile 2021

L'interno del Tribunale vaticano

Il Tribunale vaticano di primo grado sarà competente anche per i processi penali riguardanti cardinali e vescovi, i cui giudizi non saranno più di sola competenza della Corte di Cassazione (presieduta da un cardinale). Lo stabilisce una nuova Lettera apostolica in forma di Motu proprio di papa Francesco, pubblicata oggi, "recante modifiche in tema di competenza degli organi giudiziari dello Stato della Città del Vaticano".

D’ora in avanti, quindi, come spiega Vatican News, cardinali e vescovi accusati di reati penali dai magistrati vaticani, se rinviati a giudizio, saranno processati dal Tribunale dello Stato della Città del Vaticano come tutti gli altri e non da una Corte di Cassazione presieduta da un cardinale, come avveniva fino ad oggi.

QUI IL TESTO DEL MOTU PROPRIO

La novità di oggi modifica l’ordinamento giudiziario dello Stato vaticano promulgato nel marzo 2020. Non cambia invece la necessità dell’autorizzazione previa del Pontefice per portare cardinali e vescovi a processo. È un po' quello che accade negli Stati, con la necessità di un’autorizzazione a procedere da parte dei Parlamenti per processare capi di Stato o ministri.

La modifica della legislazione arriva dopo l’intervento che lo stesso Francesco aveva pronunciato all’inaugurazione dell’anno giudiziario in Vaticano, il 27 marzo scorso. Il Papa, nel Motu proprio, citando le parole pronunciate in quella occasione, richiama la “prioritaria esigenza, che - anche mediante opportune modifiche normative - nel sistema processuale vigente emerga la eguaglianza tra tutti i membri della Chiesa e la loro pari dignità e posizione, senza privilegi risalenti nel tempo e non più consoni alle responsabilità che a ciascuno competono nella aedificatio Ecclesiae”.

È dunque sulla base di un principio di uguaglianza di tutti i membri della Chiesa, che Francesco stabilisce di abolire l’articolo 24 dell’ordinamento, dove si prevedeva per cardinali e vescovi accusati di reati penali nell’ambito dello Stato vaticano, il ricorso alla Corte di Cassazione. Una Corte che è costituita da tre cardinali e da due o più giudici applicati.

Cardinali e vescovi rinviati a giudizio per reati penali comuni (non legati alla violazione di leggi ecclesiastiche regolate dal Diritto canonico) saranno pertanto giudicati al pari di tutti dallo stesso Tribunale vaticano, secondo i tre gradi di giudizio. Viene infatti introdotto un nuovo comma nell’articolo 6 dell’ordinamento giudiziario: “Nelle cause che riguardino gli Eminentissimi Cardinali e gli Eccellentissimi Vescovi, fuori dei casi previsti dal can. 1405 § 1, il tribunale giudica previo assenso del Sommo Pontefice”. (Vatican News)