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Videomessaggi. Papa Francesco: la «condivisione» è la ricetta per salvare la Terra

Mimmo Muolo giovedì 22 aprile 2021

Il Papa nei giardini vaticani nella ricorrenza di San Francesco (4//10/2019)

Lezioni. La pandemia e i cambiamenti climatici sono lezioni. E che cosa insegnano? Per papa Francesco ci aiutano a capire che la vita sulla Terra non può fare a meno dell’«interdipendenza», della «condivisione», del rispetto della natura e dell’uomo. Ed entrambe le catastrofi globali, il coronavirus e il clima, dimostrano anche «che non abbiamo più tempo per aspettare. Che il tempo ci incalza e che, come il Covid-19 ci ha insegnato» anche se «abbiamo i mezzi per affrontare la sfida», è «il momento di agire», perché siamo al limite».

Il Pontefice della Laudato si’ e della Fratelli tutti, il Papa che ha iniziato otto anni fa il suo ministero petrino richiamando il dovere della «cura» e «custodia» anche e soprattutto nei confronti del creato, non poteva restare in silenzio in occasione della “Giornata mondiale della Terra”, celebrata oggi. E proprio per l’Hearth Day invia due videomessaggi, che sono anche appelli, l’uno rivolto a coloro che governano, l’altro indirizzato più specificamente ai partecipanti al summit convocato dal presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. Per tutti comunque il monito è riassunto in un proverbio spagnolo, citato anche in altre occasioni. «Dio perdona sempre, noi uomini perdoniamo di tanto in tanto, la natura non perdona più».

Il tempo stringe, dunque. E Francesco non lo manda a dire. «In questa commemorazione della Giornata della Terra – sottolinea infatti fin dall’inizio del videomessaggio generale –, è sempre bene ricordare che le cose che da tempo ci diciamo reciprocamente, non devono cadere nell’oblio». In particolare, fa notare il Pontefice, «da tempo stiamo prendendo maggiormente coscienza che la natura merita di essere protetta, anche per il solo fatto che le interazioni umane con la biodiversità che Dio ci ha dato devono avvenire con la massima attenzione e con rispetto: prendersi cura della biodiversità, prendersi cura della natura. E tutto ciò in questa pandemia lo abbiamo imparato molto di più». Perciò, aggiunge nel messaggio al Summit «dobbiamo guardare avanti, far sì che l’ambiente sia più pulito e che ci prendiamo cura della natura, affinché essa si prenda cura di noi».

Il Covid, infatti, «ci ha pure mostrato che cosa avviene quando il mondo si ferma, fa una pausa, anche se per pochi mesi». In sostanza «fa male. E questo ci dimostra che la natura globale ha bisogno delle nostre vite su questo pianeta. Ci coinvolge tutti, sebbene in molteplici forme, diverse e inequivocabili; e così ci insegna anche di più su quello che dobbiamo fare per creare un pianeta giusto, equo, sicuro dal punto di vista ambientale». In sintesi, prosegue papa Bergoglio «la pandemia del Covid ci ha insegnato questa interdipendenza, questo condividere il pianeta». Dobbiamo procedere speditamente in questa direzione, dunque. Nella direzione della cura e della salvaguardia. Perché «quando s’innesca questa distruzione della natura è molto difficile frenarla. Ma siamo ancora in tempo. E saremo più resilienti – afferma il Papa – se lavoreremo insieme invece di farlo da soli. L’avversità che stiamo vivendo con la pandemia, e che avvertiamo già nel cambiamento climatico, ci deve spronare, ci deve spingere all’innovazione, all’invenzione, a cercare cammini nuovi».

In entrambi i messaggi Francesco ribadisce il principio che «da una crisi non si esce uguali, o migliori o peggiori. Questa è la sfida, e se non usciamo migliori percorriamo un cammino di autodistruzione» (peggio della pandemia c’è solo il rischio di sprecarla, aveva affermato già nel 2020).

Di qui il suo appello ai governanti e «a tutti i leader del mondo affinché agiscano con coraggio, operino con giustizia e dicano sempre la verità alle persone, perché la gente sappia come proteggersi dalla distruzione del pianeta, come proteggere il pianeta dalla distruzione che molto spesso noi inneschiamo». «Grazie per quello che fate, grazie per le buone intenzioni, grazie per esservi riuniti», conclude il Pontefice.