Papa

Santa Marta del 25 aprile. Papa: il Vangelo si annuncia con umiltà, non con il potere

Radio Vaticana - Alessandro Gisotti martedì 25 aprile 2017

(Osservatore Romano)

L’annuncio del Vangelo va fatto con umiltà - riporta la Radio Vaticana -, vincendo la tentazione della superbia. E’ l’esortazione di papa Francesco alla Messa mattutina a Casa Santa Marta - nell'odierna festa di San Marco evangelista - alla quale hanno preso parte anche i cardinali consiglieri del C9. Il Papa ha ribadito la necessità per i cristiani di “uscire per annunciare” ed ha evidenziato che un predicatore deve sempre essere in cammino e non cercare “un’assicurazione sulla vita”, rimanendo fermo e al sicuro.

Gesù dà la missione ai discepoli: annunciare il Vangelo, “non rimanere a Gerusalemme” ma uscire per proclamare la Buona Notizia a tutti. Papa Francesco si è soffermato, nella sua omelia, sul Vangelo di Marco che narra del mandato consegnato dal Signore ai discepoli ed ha subito osservato che “il Vangelo è proclamato sempre in cammino, mai seduti, sempre in cammino”.

Uscire per annunciare, non rimanere fermi ma camminare sempre

Bisogna “uscire dove Gesù non è conosciuto o dove Gesù è perseguitato – ha detto – o dove Gesù è sfigurato, per proclamare il vero Vangelo”: “Uscire per annunziare. E, anche, in questa uscita va la vita, si gioca la vita del predicatore. Lui non è al sicuro, non ci sono assicurazioni sulla vita per i predicatori. E se un predicatore cerca un’assicurazione sulla vita, non è un vero predicatore del Vangelo: non esce, rimane, sicuro. Primo: andate, uscite. Il Vangelo, l’annuncio di Gesù Cristo, si fa in uscita, sempre; in cammino, sempre. Sia in cammino fisico sia in cammino spirituale sia in cammino della sofferenza: pensiamo all’annuncio del Vangelo che fanno tanti malati - tanti malati! - che offrono i dolori per la Chiesa, per i cristiani. Ma sempre, escono da se stessi”.


Ma come è “lo stile di questo annuncio”, si chiede il Papa. “San Pietro, che è proprio stato il maestro di Marco – risponde – è tanto chiaro nella descrizione di questo stile”: “Il Vangelo va annunciato in umiltà, perché il Figlio di Dio si è umiliato, si è annientato. Lo stile di Dio è questo” e non “non ce n’è un altro”. “L’annuncio del Vangelo – ha ripreso – non è un carnevale, una festa”. Questo “non è l’annuncio del Vangelo”.


Il Vangelo si annuncia con umiltà, vincere la tentazione della mondanità

“Il Vangelo – ha ammonito il Papa – non può essere annunciato con il potere umano, non può essere annunciato con lo spirito di arrampicare e andare su”, “questo non è il Vangelo”. Tutti sono dunque chiamati a rivestirsi di “umiltà gli uni verso gli altri”, perché “Dio resiste ai superbi, ma dà grazia agli umili”:
“E perché è necessaria questa umiltà? Proprio perché noi portiamo avanti un annuncio di umiliazione, di gloria, ma tramite l’umiliazione. E l’annuncio del Vangelo subisce la tentazione: la tentazione del potere, la tentazione della superbia, la tentazione delle mondanità, di tante mondanità che ci sono e ci portano a predicare o a recitare; perché non è predica un Vangelo annacquato, senza forza, un Vangelo senza Cristo crocifisso e risorto. E per questo Pietro dice: ‘Vigilatevi, vigilate, vigilate … Il vostro nemico, il diavolo, come un leone ruggente va in giro cercando chi divorare. Resistetegli, saldi nella fede, sapendo che le medesime sofferenze sono imposte ai vostri fratelli sparsi per il mondo’. L’annuncio del Vangelo, se è vero, subisce la tentazione”.
Francesco ha così osservato che se un cristiano sostiene di annunciare il Vangelo, ma che non è "mai è tentato” significa allora che “il diavolo non si preoccupa” perché “stiamo predicando una cosa che non serve”.


Chiediamo al Signore di uscire da noi stessi per evangelizzare

“Per questo – ha ripreso – sempre nella vera predicazione c’è qualcosa di tentazione e anche di persecuzione”. Il Papa ha sottolineato che, quando siamo nella sofferenza, sarà “il Signore a riprenderci, a dare la forza, perché questo è quello che Gesù ha promesso quando ha inviato gli Apostoli”:
“Sarà il Signore a confortarci, a darci la forza per andare avanti, perché Lui agisce con noi se noi siamo fedeli all’annuncio del Vangelo, sei noi usciamo da noi stessi per predicare Cristo crocifisso, scandalo e pazzia, e se noi facciamo questo con uno stile di umiltà, di vera umiltà. Che il Signore ci dia questa grazia, come battezzati, tutti, di prendere la strada dell’evangelizzazione con umiltà, con fiducia in Lui stesso, annunciando il vero Vangelo: ‘Il Verbo è venuto in carne’. Il Verbo di Dio è venuto in carne. E questa è una pazzia, è uno scandalo; ma farlo nella consapevolezza che il Signore è accanto a noi, agisce con noi e conferma il nostro lavoro”.