Opinioni

Videosorveglianza a scuola/1. I motivi di uno scontento

Maria Grazia Colombo giovedì 21 febbraio 2019

Gentile direttore,
leggendo 'Avvenire' di martedì 19 febbraio mi sono soffermata su una notizia di attualità che merita secondo me una riflessione. Il fatto riguarda l’educatrice di Siena arrestata lunedì 18, la questione concerne l’installazione di telecamere negli asili nido e nelle scuole materne e, per ultimo, la posizione dei dirigenti che si sentono impotenti nel gestire situazioni sempre più complesse. Prima di tutto mi sono chiesta: ma quell’asilo nido aveva tutte le carte in regola – autorizzazioni, etc. – per svolgere la sua attività? Non voglio creare polemiche, ma purtroppo stiamo sempre più assistendo al lievitare di esperienze educative molto 'free' che rispondono senz’altro a un bisogno importante dei genitori, ma che troppo spesso sono scarse da un punto di vista di qualità educativa e formativa.

Come genitori dobbiamo vigilare, collaborare e controllare. Le telecamere non risolvono i problemi piuttosto ci fanno sentire formalmente 'a posto', anche per me si tratta di una soluzione che non convince, perché svuota il rapporto di fiducia tra famiglia e scuola che è invece tutto da costruire e da riempire.

Non per nulla, nell’articolo di Paolo Ferrario, il dottor Lodolo D’Oria massimo esperto di burnout afferma: «Le telecamere presentano numerosi limiti, sui quali gli stessi giudici operano chiari richiami nei procedimenti giudiziari che riguardano il problema della selezione delle immagini, della decontestualizzazione degli episodi e della drammatizzazione delle trascrizioni». E poi non è vero che la grande maggioranza delle famiglie non si fida più dell’istituzione scolastica: un recente sondaggio fatto realizzare nella capitale dal Forum della associazioni familiari, e dal titolo 'Essere mamme a Roma', alla domanda 'Vieni coadiuvata nell’educazione dei tuoi figli dagli insegnanti?' 686 mamme hanno risposto 'sì' e 316 'no'.

Proviamo a costruire percorsi differenziati secondo l’età dei bambini o ragazzi per mettere al centro chi siamo noi adulti docenti e genitori e cosa vogliamo per i nostri figli. Parliamone, discutiamone ma attorno a un tavolo, guardandoci in faccia. Penso che la scuola materna ma anche il nido siano luoghi dove sperimentare amicizie, costruire relazioni belle magari un po’ faticose ma reali, vere. Condivido totalmente la preoccupazione del presidente dei dirigenti scolastici Anp, professor Antonello Giannelli, che afferma l’impossibilità degli stessi dirigenti di intervenire ed agire penalizzati da una autonomia dichiarata ma non effettiva che impedisce loro qualsiasi intervento sui docenti stessi. Meno burocrazia , meno carte negli uffici dei capi d’istituto e più autonomia responsabile. Le problematiche sono tante e complesse, la scuola appassiona tutti, non perdiamo la fiducia, reimpariamo a guardare i docenti come una vera risorsa anche per noi genitori. E viceversa.

Vice presidente nazionale Forum delle associazioni familiari © RIPRODUZIONE RISERVATA