Opinioni

Un «fioretto» per Asia Bibi aspettando con speranza

Marco Tarquinio mercoledì 10 ottobre 2018

Caro direttore,
Asia è piccola grande donna. Vorrei dirle: «Questa sera non guardo la tivù, è un piccolo “fioretto” per te. Un “fioretto” piccolo piccolo, come una margherita; ce ne sono ancora tante qui nel prato, ma se tu potessi averne anche una sola fra le mani penso ti farebbe tanto piacere. Oggi è stato un giorno molto importante per te. Poteva essere stato il giorno della liberazione oppure quello decisivo per la tua sopravvivenza. Invece, un’altra proroga senza senso, ma forse un senso ce l’ha: di sicuro c’è una speranza. Piccola Asia, come hai fatto a resistere tanto tempo in quelle condizioni? Condizioni che noi solo possiamo immaginare, ma che tu hai sperimentato e sperimenti ancora minuto per minuto, ora per ora, giorno per giorno, settimana per settimana, mese per mese, anno per anno e che hanno il sapore e un peso quasi infinito. Noi ci sentiamo quasi colpevoli del nostro star troppo bene, del nostro rischiare niente. La felicità sarebbe poterlo condividere con te».

Elda Salgarolo San Bonifacio ( Vr)

Grazie, cara amica. Sono molto belli il suo pensiero e la sua preghiera per Asia Bibi. Belli, delicati e forti come la speranza che continuiamo a nutrire. Con la fiducia di sempre, e un po’ di più. In questi lunghi anni, dal luglio del 2009 sino a oggi, abbiamo documentato il caso di una giovane donna e madre cristiana incarcerata a causa della propria fede, dando conto del coraggio e della sofferenza con cui lei e i suoi cari, il marito e i cinque figli, affrontano una vita condotta sotto la minaccia di una duplice condanna a morte. Condanna duplice così come doppio è stato il martirio di coloro che si sono impegnati per difendere Asia: il cristiano Shahbaz Bhatti, ministro delle Minoranze, e il musulmano Salman Taseer, governatore del Punjab. Due pakistani coraggiosi assassinati perché impegnati nella costruzione di un Paese più giusto per ogni cittadino, a prescindere dalla fede praticata, e fermi nella denuncia della perversa “legge sulla blasfemia” usata dai fondamentalisti islamici in modo cinico, violento ed esso sì bestemmiatore del nome di Dio. Mi auguro, cara signora Elda, che altri condividano con Asia Bibi il “piccolo fiore” che lei ha offerto per lei e che, presto, possiamo vederla partecipe della libera serenità di cui godiamo e che non sempre sappiamo apprezzare.