Opinioni

Ucraina. Guerra giorno 245: il conflitto mondiale di Putin, le debolezze dell'Occidente

Andrea Lavazza mercoledì 26 ottobre 2022

La guerra in Ucraina è arrivata al giorno 245 e, oltre al conflitto reale, ha visto anche il profilarsi dell’incubo atomico sotto forma di manovre preventive. La Russia ha infatti compiuto un'esercitazione che comprendeva un “contrattacco nucleare massiccio” delle sue forze strategiche in risposta ad un’eventuale azione di uguale portata “del nemico". "Tutti i missili hanno raggiunto i loro obiettivi", si legge in un comunicato sul sito del Cremlino, confermato dal ministro della Difesa, Serghei Shoigu. Il tutto si è svolto alla presenza di Vladimir Putin, che ha parlato di “un alto rischio di conflitto mondiale. Stanno emergendo nuovi rischi e sfide per la sicurezza collettiva, principalmente a causa di un forte aggravamento del confronto geopolitico globale", ha fatto balenare il presidente della Federazione, creando immediato allarme.

I toni del confronto con l’Occidente rimangono quindi alti e minacciosi (anche se le esercitazioni erano programmate da tempo e gli Usa sono stati avvisati in anticipo, come sempre accade). Lo schieramento da parte degli Usa della 101/a divisione aerotrasportata in Romania, annunciata nei giorni scorsi, aumenta i pericoli per la Russia e non porta ad un rafforzamento della stabilità, ha poi fatto sapere il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. Le risposte della Nato e degli Stati Uniti nelle ultime ore sono state ferme e dirette. Il presidente americano Joe Biden ha detto che un attacco con armi tattiche nucleari da parte della Russia sarebbe “un errore incredibilmente grave" con pesanti conseguenze. "Vladimir Putin sta perdendo sul terreno e sta rispondendo con attacchi sui civili e con una retorica nucleare – ha ribadito il segretario generale dell'Alleanza Atlantica, Jens Stoltenberg, ricevendo il premier romeno Ciuca a Bruxelles –. Mosca non usi falsi pretesti, come la presunta bomba sporca di Kiev, per una escalation. La Nato non sarà intimidita nel suo sostegno all'Ucraina. La Nato difenderà ogni centimetro del suolo di tutti gli Alleati".

La linea seguita da Putin sembra quella di continuare a premere sull’escalation potenziale in modo da scoraggiare e dividere il fronte occidentale che sostiene la resistenza di Kiev. Sul terreno nella zona di Kherson e in Donbass continua, seppure attenuata, la controffensiva, che comincia a essere rallentata dal peggioramento delle condizioni climatiche, anche se mancano ancora alcune settimane alla stagione del grande fango e del grande freddo, capaci di paralizzare le operazioni di terra. Le truppe di Mosca tengono le posizioni e il generale Surovkin prosegue la sua campagna di terrore sugli obiettivi civili per mettere al buio e al gelo le città. Le riserve di missili non sembrano però consentire raid massicci ripetuti, come è accaduto all’inizio di ottobre.

In questo senso, la strategia del Cremlino è di provare a sfruttare le divisioni nella coalizione pro-Kiev. Putin ha dovuto incassare il forte appoggio alla causa ucraina ribadito dalla neo-premier italiana Giorgia Meloni e dal neo-premier britannico Rishi Sunak. Una stoccata al nuovo governo italiano è venuta con la protesta per l’esclusione degli esperti russi dalla seduta sulle questioni operative dell'Iniziativa sulla lotta alla proliferazione di armi di distruzione di massa apertasi a Roma. "L'Italia ha gravemente violato il suo mandato di presidente" ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, che ha parlato di "mossa ostile” e di “attacco provocatorio alla Russia".

Probabilmente Putin vede invece con favore le strategie non coincidenti di Francia e Germania, che hanno approcci differenti alla crisi e hanno manifestato alcune divergenze sull’’invio di armi e sulla linea da tenere verso Mosca. Di fatto, se Berlino sembra sempre avere tenuto un profilo più basso e non sostenuto la posizione comune Ue sul tetto al prezzo del gas, è il terzo Paese nella fornitura di aiuti militari, dopo Usa e Gran Bretagna (sebbene alcune promesse siano state mantenute in ritardo o non mantenute affatto). Macron persegue una linea di autonomia strategica (non parteciperà allo scudo dei cieli europeo promosso da Scholz). Inoltre, spinge sul dialogo, ma ancorato alla giustizia, cosicché l’esito della possibile trattativa non dovrà penalizzare Kiev.

L’altro evento chiave cui la Russia guarda con interesse sono le elezioni americane di Midterm, dell’8 novembre, in cui il Partito democratico potrebbe perdere la maggioranza al Congresso a favore dei repubblicani di Trump che, per bocca del deputato Kevin McCarthy e del senatore Marco Rubio, hanno annunciato una revisione al ribasso del sostegno alla resistenza dell’Ucraina. Non sono scontate né la vittoria del Partito dell’ex presidente né il cambio di politica nei confronti della Federazione, la speranza di Putin è però che il tycoon che vuole tornare alla Casa Bianca si riallinei alle posizioni concilianti e isolazioniste che aveva manifestato durante il suo quadriennio al potere. Fibrillazioni nei Palazzi americani sono segnalate, peraltro, anche dalla lettera che la componente liberal, di sinistra, dei democratici ha scritto al presidente per chiedere di aprire un negoziato diretto con l’aggressore Putin. Lettera presto ritirata, ma che indica disaccordi e tensioni sotterranei.

Sul piano diplomatico, il richiamo al possibile ruolo di Papa Francesco come mediatore lascia intravedere un piccolo spiraglio, che però sia Mosca sia Kiev dovranno avere la volontà di allargare per giungere a quella tregua che il mondo aspetta ormai da più di otto mesi.