Opinioni

Il direttore risponde. Quel triste e deformante duetto

venerdì 23 dicembre 2011
Caro direttore,
martedì sera a Genova durante lo spettacolo pro alluvionati organizzato da Gino Paoli (spettacolo di solidarietà in cui i soldi li mettono gli spettatori e non gli artisti che mettono un po’ di tempo, ma sorvoliamo...) il neo-ministro dell’Ambiente Corrado Clini istigato dal presentatore Pippo Baudo ha affermato che la Chiesa deve pagare l’Ici perché sarebbe «il segnale del superamento di privilegi che oggi non hanno più posto».
Oltre ad essere fuori luogo, visto che le organizzazioni di ispirazione cattolica sono – non da sole ma con la consueta generosità ed efficacia – intervenute nell’emergenza alluvione in queste terre, spiace constatare che i 'tecnici' condividono l’ignoranza di certi 'politici' sugli argomenti oggetto delle loro legiferazioni... La Chiesa già paga l’Ici. Comincio a pensare che sia il caso di far partire qualche querela per diffamazione. Buon Natale.
Lorenzo P., Genova
 
Ho visto il filmato (linkato qui) del triste duetto tra un ammiccante Pippo Baudo e un imperturbabile Corrado Clini. Le falsità messe in fila dal noto presentatore culminano nella secca adesione alle stesse falsità da parte del neo-ministro dell’Ambiente.
Incresciosa la disinformata e grossolana polemica di Baudo, sbalorditiva l’altrettanto disinformata e remissiva adesione di Clini. E il ruolo da spregiudicato mattatore giocato dall’uomo di televisione, non assolve colui che su quel palco rappresentava il governo. È una pessima conferma, caro signor Lorenzo, dei tempi confusi e amari che viviamo: in una serata dedicata a celebrare la solidarietà, c’è chi non ha trovato di meglio che attaccare con argomenti pretestuosi e mistificatori chi più di ogni altro nel nostro Paese promuove e garantisce solidarietà, prossimità e accoglienza: la Chiesa cattolica. Complimenti, proprio un bello spettacolo... Non spetta a me dire se questi signori meritino querele, certo non meritano stima per quello che hanno messo in scena: servire la Repubblica e stare su un palco da "conduttore" dovrebbero, sia pure in modo diverso, imporre a tutti senso di responsabilità e rispetto della verità.