Opinioni

Padova. Tornano i madonnari (quel che c'è e che manca)

Ferdinando Camon giovedì 28 febbraio 2019

Tornano gli artisti di strada, quelli che disegnavano sui marciapiedi, soprattutto Madonne. Se il ritorno avviene nella mia piccola grande città, Padova, considerata a ragione o a torto una città di provincia (per me è un mondo), a maggior ragione succederà anche nelle altre città. E anche nelle altre città la ragione per cui da tempo non si vedevano i madonnari sarà la stessa: l’ostacolo della burocrazia. Che cos’è un madonnaro? Uno che con pochi gessi colorati disegna sul pavimento, nei marciapiedi, immagini sacre, senza aver nessun disegno davanti, quindi ricavandole dalla propria memoria.

C’è anche qualcuno che si porta dietro una fotocopia a colori del quadro che intende dipingere, ma di fronte a questi non si raccoglie molto pubblico, perché ciò che il pubblico vuol vedere è l’invenzione in atto, l’ispirazione che arriva, si scarica dal cervello alla mano, e dalla mano sul selciato. Ora è stato tolto nella mia città l’obbligo di autorizzazione per gli artisti di strada. Da tempo questi artisti, per dipingere per terra, dovevano presentare domanda all’assessorato alla Cultura, che chiedeva il permesso alla polizia locale. Voi capite bene che nel frattempo l’ispirazione, che arriva quando vuole e resta quanto vuole, se ne andava.

Era bello vedere, nei giorni di mercato, cioè quando c’era tanta gente, i madonnari che arrivavano con il loro borsone, delimitavano un rettangolo per terra, e immediatamente si curvavano e disegnavano. Qualche minuto, e per terra appariva l’immagine centrale del quadro che avevano in mente, di solito la faccia della Madonna. Guardavo il lavoro, e capivo che l’artista di strada viveva (a casa, in strada, in famiglia) e dormiva con quel quadro dentro la testa, in tutti i suoi particolari: occhi, velo, mani, bocca... Poteva dirsi un pittore? No. Non era uno che creava, ma uno che sapeva a memoria. Come un bambino che recita una poesia non è un poeta. Però da come il bambino recita capisci se ha capito quella poesia.

E così da come l’artista di strada traccia l’ovale del volto, l’arco degli occhi, gli angoli della bocca, capisci se ha capito il quadro che ha in mente. Se l’ha capito, ne trasmette il senso allo spettatore, che comprendendo quell’immagine comprende l’artista e, se c’è, il pittore che sta a monte dell’artista. In maggioranza erano, e credo che torneranno ad essere, immagini sacre. Guardando un’immagine sacra, capisci quale senso del sacro ha in mente chi l’ha dipinta, che qui, nel cuore del cattolicesimo, vuol dire quale senso del peccato e del perdono. E qui c’è un problema. I disegni dei madonnari, come i quadri oleografici che stanno nelle case dei contadini, hanno Madonne belle, ma non sofferenti e non perdonanti.

Hanno un’idea esteriore della bellezza. La Madonna è una bella donna. Ida Magli ha dedicato un libro alla Madonna, definendola «immensa montagna di simboli». Questi simboli nei disegni dei madonnari non si vedono. Però i marciapiedi dipinti da loro ne erano impreziositi. Ora che l’assurdo divieto è stato abolito e possono tornare, non vedo l’ora che arrivi il primo.