Opinioni

Lettere. Se si partecipa resiste e cresce anche la fiducia nelle istituzioni

Marco Tarquinio domenica 7 gennaio 2018

Gentile direttore,
sono un dipendente pubblico appartenente alla categoria del “comparto”. Quindi non un dirigente e comunque, qualche anno fa, ho dovuto seguire un seminario di alcune ore sulla nuova normativa anticorruzione che prevede per i dipendenti pubblici di non accettare qualsiasi regalo di un certo valore. È opinione ormai diffusa e proclamata a gran voce in ogni occasione che la corruzione è uno dei cancri della nostra società e ne sono pienamente convinto. Ho letto su un giornale dei giorni scorsi che un giudice del tribunale di Rovigo per il suo compleanno ha organizzato una festa in discoteca con invitati di un certo livello i quali come regalo di compleanno hanno versato una somma di denaro presso un’agenzia viaggi per pagare un viaggio all’illustre ospite. Credo che non accadrà nulla, perché purtroppo l’Italia resterà sempre il paese del marchese del Grillo. Tra poco andremo a votare, ma come si può pensare che possa cambiare qualcosa quando esponenti di alte istituzioni dello Stato sono i primi a prendersi gioco del cittadino?

Luigi Bazzani Castelmassa (Ro)

Una rondine non fa primavera, gentile signor Bazzani. E un manipolo – purtroppo non esattamente esiguo – di personaggi delle istituzioni e di gestori dei necessari poteri di una liberaldemocrazia (governativi, legislativi o giudiziari) che si è dimostrato, si dimostra e – ahinoi – si dimostrerà non all’altezza del compito riesce certamente a inquinare, deve indignare e va smascherato e sanzionato, ma non può distruggere il bene rappresentato dalla Repubblica di cui siamo cittadini e dalla comunità alla quale ognuno di noi appartiene. Teniamo duro. La fiducia nasce e cresce sempre a partire dalla partecipazione attiva, che è antidoto alla rassegnazione.