Opinioni

Istat. Gli scarti del paniere, un piccolo tesoro

Umberto Folena mercoledì 5 febbraio 2014
Chi siamo, da dove veniamo, dove stiamo andando? Da 86 anni, niente ce lo suggerisce meglio del paniere Istat, l’elenco di beni e servizi che serve a calcolare l’inflazione annua. Mai sottovalutare l’importanza del paniere. Ad esempio, sbirciando dentro quello di Cappuccetto Rosso il lupo cattivo avrebbe compreso la cultura – modelli di pensiero e stili di vita – della bimbetta e della sua comunità; e trovandoci tabacco per pipa e palle per moschetto avrebbe dovuto capire che il cacciatore era di casa... Il paniere, fuor di metafora, è un eccellente indicatore socio-culturale.Quest’anno, ad esempio, fanno irruzione la sigaretta elettronica e il giornale elettronico; sigarette e giornali di carta hanno dei vicini ingombranti e, se ha ragione Big History (tutto è connesso, la storia è una rete), potrebbe trattarsi del preludio al loro prossimo pensionamento. Vedi pure l’ingresso di macchine e cialde o capsule per caffè e il formaggio grattugiato: il tempo per la cucina si riduce, si va più in fretta, anche se forse non arriviamo dove vorremmo: la felicità, che per alcuni è ancora una moka borbottante sul fornello a gas e una forma di pecorino da tagliare a fette con un coltellino sardo di Arbus.Esce anche il tailleur, icona della moda femminile, scalzato da un generico "abito donna": dalla raffinata complessità all’uniformità indistinta, sarà davvero progresso? Ma il paniere non mente. Quando nasce, nel 1928, ha solo 59 voci (oggi sono 1.447) e l’abbigliamento prevede per lei "Madapolam per biancheria" e per lui "Cheriottes nero", ovvero tessuti di cotone indiano e lana scozzese. L’olio di ricino, formidabile stimolante e indicatore culturale, resiste più del regime fascista, fino al 1953. Nel 1954 compaiono le mitiche e pestilenziali sigarette Alfa, le preferite da proletariato e militari di leva.Negli anni Settanta i pennini cedono al passo alle biro; i blue jeans, a lungo associati alla devianza giovanile (sic), diventano accettabili, e quindi da paniere, solo nel 1987. Gli sci e l’home computer entrano negli anni Novanta: impianti di risalita e informatica, un boom parallelo, come lo slalom. Ma se avete la tentazione di disfarvi di tailleur e moka, pensateci bene. Lasciateli lì qualche anno, e diventeranno vintage. Da paniere forse non più, da museo non ancora, ma chicche per intenditori sì. Lontani dall’occhio vigile dell’Istat, gelosi del nostro tesoro.