Opinioni

Il direttore risponde. Sì, c’è urgenza di buoni esempi

giovedì 20 gennaio 2011
Caro direttore,passo a lei la notizia, perché in sé ha molte sfaccettature. Poi, se lo riterrà opportuno, la valuterà. "Altroconsumo - Soldi e Diritti", numero 116 gennaio 2011 pagina 21 nella rubrica "Diritti". Titolo: "Un Matrimonio Fiscale". Sottotitolo: "Per coppie sposate e coppie di fatto, quello italiano è un fisco a due velocità". Titolo del primo capoverso: "Un welfare non uguale per tutti". Pagina 22, titolo di commento: "Niente detrazioni né deduzioni fiscali per le spese sostenute dal convivente". Pagina successiva, eredità: "Le coppie di fatto non sono tutelate in caso di successione". Sembra proprio che l’accerchiamento all’istituto del matrimonio (in sé, non necessariamente quello religioso) continui in tutte le forme. Lascio a un commentatore meno parziale di me l’incarico. Cosa vuole, io sono vecchio e rimbecillito. Un pensionato andato in pensione (dieci anni orsono) con soli 45 anni di contribuzioni e con un matrimonio oggi ancora scandalosamente in piedi dal 1964. Proprio fuori dal tempo e dai miei tempi.

Giovanni Caluri, Torino

Lei non è «parziale», caro amico, è saggio. E non è «fuori dal tempo», è un buon esempio. È di questo che abbiamo bisogno tutti noi, in particolare i più giovani, e soprattutto oggi: buoni esempi. Retorica? Lo pensi pure chi vuole, tanto la realtà non cambia. I risultati dei cattivi esempi, dei cattivi maestri, della cattiva politica e della cattiva informazione sono sotto gli occhi di tutti. È un’urgenza assillante che, all’alba del secondo decennio di questo XXI secolo, giustamente la Chiesa italiana ha tradotto (e propone a ogni interlocutore responsabile e attento al futuro del Paese) in termini di «sfida educativa». Una sfida da prendere finalmente sul serio.Sì, gentile signor Caluri, abbiamo proprio bisogno di buoni esempi come il suo. Abbiamo bisogno di storie di fedeltà a un’idea chiara e giusta della vita e della famiglia. Abbiamo bisogno di testimoni di un consapevole e alto senso del lavoro e della contribuzione al bene comune, che è fatta di impegno, di pulizia, di onestà e di equità in ogni ambito civile e politico, compreso quello fiscale... Abbiamo bisogno di saper dire sempre con sereno e cristiano coraggio quando non siamo d’accordo (e per questo, da cittadini, dobbiamo pretendere la possibilità di far pesare pienamente il nostro voto su uomini e programmi, con la scelta diretta dei nostri rappresentanti in Parlamento che non possono e non debbono essere ancora selezionati e "preferiti" solo dai capipartito...). Dobbiamo avere la forza e la tenacia di remare controcorrente tutte le volte che è necessario e, meglio ancora, quella di fare argine per frenare e correggere le correnti sbagliate e ridare sicurezza di punti di riferimento e di obiettivi a chi rischia di esserne trascinato. Dobbiamo continuare a smentire, con mite e mai remissiva fermezza, coloro che pretendono di affermare che tutti gli approdi sono eguali e che non ci sono più valori-guida ma un’indistinta infinità di opzioni possibili. No, non è tutto relativo. Grazie, caro lettore, per la segnalazione e per la riflessione che mi ha regalato e per quella che mi ha consentito.