Opinioni

23 settembre 1985. Un asilo nido in memoria di Siani, ucciso dall camorra 38 anni fa

Antonio M. Mira giovedì 21 settembre 2023

Un asilo nido gratis per bambini da 3 a 36 mesi. È miglior modo per ricordare Giancarlo Siani, giornalista ucciso dalla camorra il 23 settembre 1985 ad appena 26 anni. E proprio sabato, 38mo anniversario, sarà inaugurato il primo asilo comunale di Bacoli, grosso centro costiero del Napoletano. Porterà il nome di Siani. Non solo un omaggio al giovane ma già bravissimo cronista. Gianca’, come lo chiamavano parenti e amici, era particolarmente attento alla condizione dei giovani, dei piccoli. Ai rischi che diventassero manovalanza dei clan, per il disinteresse delle istituzioni. Tema attualissimo, ma Siani ne scriveva quasi quattro decenni fa. Anche nel suo ultimo articolo pubblicato sul Mattino il 22 settembre 1985, il giorno prima di essere ucciso.

Un ritratto di Giancarlo Siani - Wikimedia Commons

“Li chiamano “muschilli”, gli spacciatori in calzoncini, i corrieri-baby… Li utilizzano per non correre rischi. I “muschilli” sono agili, si spostano da un quartiere all’altro e non danno nell’occhio, sfuggono al controllo di polizia e carabinieri. Ma soprattutto sono minorenni: anche se trovati con la bustina d’eroina in tasca non sono imputabili… Per loro quale futuro? Se non diventano consumatori di eroina, se riescono a sopravvivere, è difficile che possano imboccare altra strada che non sia l’illegalità”.

È sicuramente felice Siani nel vedere oggi il suo nome su una struttura scolastica. Un luogo dove, a fatica ma con tanto impegno, si prova a riempire con cultura, formazione, ma anche ascolto, accompagnamento e vicinanza, i vuoti lasciati da altre istituzioni e riempiti dalla non cultura mafiosa. Scuola, educazione, come migliori strumenti antimafia. Molto più dell’inasprimento delle pene, della criminalizzazione dei minori. E prima si comincia e meglio è.

Anche per sostenere le famiglie, quei padri e madri che la camorra attira col proprio welfare. Un asilo nido, in certi territori, è antimafia. Lavorare coi giovani, per i giovani, accanto ai giovani è antimafia. Nelle strutture pubbliche, in quelle del Terzo settore, in quelle della Chiesa. Non sempre è così.

Ce lo ha ricordato l’arcivescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia, nell’omelia nella Solennità di San Gennaro. “Sogniamo insieme, ve ne prego, il miracolo di una città e di un paese in cui i problemi dei nostri bambini, ragazzi, giovani non divengano argomento politico e sociale solo dopo l’ennesima tragedia ma siano piuttosto oggetto continuo di riflessione e di azione, creando quel Patto Educativo che ha bisogno ancora di fare molti passi per diventare prassi!”.

Poi frasi che ricordano proprio quelle del cronista Siani. “Lavoriamo insieme e assiduamente per i figli della nostra città, disarmiamo le loro mani, ampliamo le loro possibilità di vita, accompagniamoli nei loro percorsi, perché nessuno nasce criminale o delinquente e tutti noi abbiamo il dovere di offrire a chi è più svantaggiato la possibilità di un futuro altro, di una scelta diversa da quella ereditata dalla cultura e dal disagio familiare!”. E conclude sottolineando il “bisogno di ripartire dal mondo dell’educazione, dal ruolo primario della scuola, da una politica educativa che attraverso asili e reti di prossimità consenta ai figli e alle figlie di Napoli di crescere in luoghi sicuri e sani!”. Come l’asilo nido di Bacoli dove i piccoli saranno accuditi, cresceranno, impareranno, nel nome di un fratello maggiore. E la scelta dei giovani è centrale in questo anniversario.

Così giovedì scorso presso la Fondazione Figlie di Maria,e domenica in piazza Plebiscito, saranno letti brani del libro FavoLette, il progetto della Fondazione Giancarlo Siani Onlus per promuovere la lettura, soprattutto tra i minori, perché la lettura può aiutare quei “muschilli” di cui scriveva Giancarlo e di cui si parla tanto in questi giorni, spesso a sproposito. Favole che Siani avrebbe ascoltato con attenzione e che, siamo sicuri, avrebbe chiesto di leggere. Per essere ancora una volta vicino ai più fragili, non giudicando loro ma chi non li aiuta o anzi li spinge nel baratro della non speranza. In fondo l’attenzione per i più piccoli è un “marchio di fabbrica” dei Siani.

Il fratello Paolo, primario di pediatria all’ospedale Santobono, ha portato la sua esperienza professionale in Parlamento, eletto nella passata legislatura nelle liste del Pd. Una presenza nei “palazzi” molto discreta ma concreta. Come sarebbe piaciuto a Gianca’. Ricordiamo in particolare la proposta di legge per fare in modo che i figli minori di madri detenute non siano costretti a vivere e crescere in carcere. Approvata dalla Camera, non era riuscita ad ottenere il via libera definitivo per lo scioglimento anticipato del Parlamento.

Peccato. In questa legislatura è stata ripresentata da alcuni deputati del Pd, prima firmataria Debora Serracchiani, ma dopo l’approvazione di alcuni emendamenti della destra che l’avrebbero stravolta, è stata ritirata. E ora di minori, di figli di chi ha sbagliato, di giovani che sbagliano, si parla solo in termini punitivi. Giancarlo sicuramente ci guarda preoccupato. Quell’asilo nido, quei venti piccoli finalmente seguiti con cura, sono un bel regalo in ricordo del suo martirio, ma il resto? Chi può, chi deve, si occupi davvero dei tanti “muschilli”. Magari riprendendo e approvando la legge a favore di quei bimbi che non hanno nessuna colpa per essere costretti a vivere in cella.