Opinioni

Lettera aperta agli assenti a Napoli. In piazza 40mila giovani e nessun «grande» ad ascoltarli

di Ernesto Olivero* giovedì 9 ottobre 2014
Napoli è stata per un giorno una città di pace: oltre 40mila giovani da tutta Italia con delegazioni di molte nazioni del mondo per il 4° Appuntamento Mondiale dei Giovani della Pace. In piazza del Plebiscito, il 4 ottobre, abbiamo ascoltato storie di sofferenza e di speranza, dato voce alle fatiche, ma anche alla bellezza di tanti giovani del mondo. Avevamo il sogno che ad ascoltarli potessero esserci almeno alcuni dei Grandi della Terra, rappresentanti autorevoli del mondo degli adulti. Per questo, abbiamo scritto una lettera a tutte le autorità dello Stato, a tutti i segretari dei partiti politici, agli esponenti del mondo dell’economia, della cultura, della società civile. «Venite ad ascoltare i giovani, le loro proposte, anche la loro rabbia, una rabbia che però non esploderà». Ad aspettare i “grandi” c’erano decine di migliaia di “piccoli”, madri che hanno perso i figli senza rinunciare alla speranza, ex bambini di strada che hanno saputo riprendersi in mano la vita, giovani cristiani perseguitati che nonostante tutto credono nel dialogo, giovani che hanno avuto il coraggio di uscire da giri infami, dalla droga, dalla criminalità, giovani che hanno saputo dare un volto al loro impegno lì dove sono, in famiglia, a scuola, nel mondo del lavoro.I “piccoli” aspettavano i “grandi”, ma in piazza non è arrivato nessuno. C’erano molti generali, ma nessun politico, nessuna istituzione statale.
Alcune autorità hanno ricevuto lettere di invito appassionate, con la firma di tanti, tanti ragazzi, ma non hanno neppure risposto. Abbiamo scritto ai direttori di tutti i giornali e in pochissimi hanno mostrato interesse. Mi chiedo, vi chiedo: perché un incontro di banchieri
svoltosi sempre a Napoli qualche giorno fa ha ricevuto un’attenzione incredibile e decine di migliaia di giovani disarmati che si sono puliti la piazza da soli, no? Siamo certi che non avessero nulla di utile da suggerire in cambio dei consigli dei “grandi”? 
 
Da Napoli abbiamo lanciato una “Lettera alla Coscienza” dell’umanità che cercheremo di diffondere tra più persone possibili. Oggi, con le immagini di piazza del Plebiscito ancora nelle mente e nel cuore, dico che la “Lettera alla Coscienza” è indirizzata anche a voi, autorità assenti, a voi che continuate a parlare di giovani ma di giovani addomesticati. Perché non volete confrontarvi con chi fa fatica, ma prova davvero a cambiare il mondo, con il sudore delle scelte, con il sacrificio, con risorse nascoste che chiedono solo di trovare casa e il loro spazio? Questi giovani esistono in Italia come in tutto il mondo. Noi continuiamo a credere in loro, continuiamo a credere nei loro sogni di bene. Sono giovani che possono entrare in politica per servire, nel mondo dell’economia per renderlo più umano, nel giornalismo per dare voce a chi non ne ha. Possono diventare preti ed essere santi. Noi ci crediamo. Avremmo voluto condividere tutto questo insieme a voi, ma non lo avete ritenuto opportuno. Avete perso una grande occasione. Adesso, una riflessione fatela anche voi seguendo il video che sintetizza il nostro “mondiale”. Lo troverete sul sito del Sermig. 
 
Vi aiuterà a capire il bisogno dei giovani di battersi al vostro fianco con la nostra bandiera mondiale della pace contro la fame e le ingiustizie che scatenano le guerre. Vi aiuterà a capire la profondità del nostro motto: «La bontà è disarmante». Vi aiuterà a capire che non è mai troppo tardi per costruire il futuro se si dialoga da subito! Se ritenete, siamo pronti ad accogliervi nella nostra sede di Torino per conoscerci meglio.
*Fondatore del Sermig