Opinioni

Ddl Zan. Ma una posizione ideologica può diventare legge dello Stato?

Fiorenzo Facchini mercoledì 21 aprile 2021

Caro direttore,
desidero ritornare sul progetto di legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo, di cui tanto si parla, sul quale sono intervenuto a suo tempo, per dirmi in pieno accordo con quanto lei ha scritto su “Avvenire” del 15 aprile in dialogo col deputato Alessandro Zan che di quel progetto è stato primo proponente e relatore alla Camera. Mi permetto inoltre di richiamare l’attenzione sull’impronta ideologica che emerge chiaramente nel progetto.

Già l’idea di un glossario o spiegazione dei termini usati in una legge sembra piuttosto singolare, ma è così. L’art. 1 del progetto di legge, approvato dalla Camera dei deputati nel novembre scorso e ora all’esame (con altri) del Senato, spiega che cosa sia da intendersi con i termini: sesso, genere, orientamento sessuale, identità di genere. A parte questa singolarità, ciò che preoccupa di più è che si parla di identità di genere dandone una definizione ispirata alla ideologia del genere («identificazione percepita e manifestata in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso indipendentemente dall’avere concluso un percorso di transizione»).

Ma una legge dello Stato può assumere una posizione chiaramente ideologica, discussa e contestata da non pochi psicologi, sociologi, pedagogisti? Una posizione che fa parte di un dibattito culturale in corso? In un passato non lontano il fascismo ha fatto proprie con disposizioni di legge posizioni ideologiche ispirate al razzismo. Ma questo viene oggi stigmatizzato. Qualcosa di analogo mi pare stia avvenendo per quanto si riferisce alla identità di genere lasciata alla soggettività, una posizione che è chiaramente di tipo ideologico. In ogni caso, mi chiedo anche come possa accordarsi l’ideologia del “gender” (da cui anche papa Francesco ha messo in guardia più volte) con i princìpi della nostra Costituzione circa la persona e la famiglia. È vero che vi sono anche state alcune sentenze che manifestano qualche “fluidità” nella concezione del genere, ma esse non hanno carattere legislativo e se dovessero ispirare nuove norme, ciò non toglierebbe il loro carattere ideologico.

Sacerdote, professore emerito nell’Università di Bologna