Opinioni

contro stampa. Ma la Pasqua cristiana non è un «Resurrection Day»

di Pier Giorgio Liverani domenica 27 marzo 2016
C onoscete il gioco delle tre carte? Bene, sul Giornale di sabato 19 e per affermare che la Pasqua avrebbe origine in una festa pagana della mitologia teutonica e sassone, un giornalista che ha fatto politica in tre schieramenti (Paolo Guzzanti: Partito Socialista, Patto Segni, Forza Italia) ha fatto qualche cosa di simile con i dieci nomi trovati su Wikipedia dell’antica dea della fertilità. Questa era venerata (ma lui non l’ha scritto) come: Ostare, Ostara, Ostern, Eostra, Eostre, Eostur, Eastra, Eastur, Austron e Ausos. Prima carta: siccome, per caso, in inglese Pasqua si chiama Easter, ne ha dedotto che se «ti becchi la religione dei tuoi padri, te la tieni» con «tutte le resurrezioni, rinnovamenti, rinascite dell’anima, del corpo e della natura». Alle quali, nella «rinascita primaverile» protetta dalla dea Easter, sono annesse «per gli uomini le pillole azzurre» e «per le donne mitragliamenti di botox» (di entrambi parla con competenza di cose). Conclusione: «Ogni anno ti fanno un foro in più sulla tessera» in vista del «Resurrection Day». Il povero Guzzanti, che sembra scusarsi, scrive: «Non ho mai capito bene che cosa si dovrebbe credere ». Bisogna credergli, perché non sa o non vuole sapere che in ebraico la Pasqua si chiama Pesach da almeno 4.000 anni. Seconda carta: su la Repubblica il noto esperto di cristianesimo Corrado Augias tenta (mercoledì 23) anche lui un declassamento della Festa cristiana: «Poiché la Pasqua, in senso religioso o umano, festeggia comunque la rinascita primaverile della natura […] cogliamo l’occasione di qualche buon augurio». Guzzanti forse ne ha bisogno. Infine, terza carta, l’Unità pubblica (martedì 22) uno stralcio del libro 'Dario e Dio', del primo dei due, uscito in questi giorni per onorare l’Autore (Dario Fo), che nei suoi novant’anni compiuti di vita non è riuscito ad andare oltre l’idea del Secondo inteso come «la più grande invenzione». Che abbia ricevuto il Nobel per questo suo studio? C’È RICORRENZA E RICORRENZA Ogni anno, ogni mese ha la sua ricorrenza 'civile' e tra non molto forse anche ogni giorno. Queste 'Giornate' hanno in genere varianti di contenuto. L’Unità ha celebrato i 70 anni di crescente parità della condizione civile e politica della donna. Nel marzo del 1946 le donne ottennero l’uguaglianza politica con gli uomini: diritto di votare e di poter essere elette. Dal 3,7 per cento di donne alla Costituente si è giunti al 40 dei deputati europei italiani. Benissimo. Un riesame delle ricorrenze, però, andrebbe fatto con spirito critico. Nel 1978 arrivò la legge di aborto che finora ha causato, in Italia, l’uccisione di quasi sei milioni di bambini ai quali bisogna aggiungere i milioni di embrioni che la legge sulla fecondazione artificiale ha condannato a morte o a una lunga agonia a meno 196 gradi nei bidoni di azoto liquido. Non c’è alcuna crescita di dignità e di diritti in questi numeri. © RIPRODUZIONE RISERVATA