Opinioni

Ma l'elettricità non è tutta pulita Vero, per questo serve la «scossa»

Marco Tarquinio martedì 20 aprile 2021

Gentile direttore,
l’articolo di Alberto Caprotti pubblicato da “Avvenire” il 14 aprile squarcia il velo sulla superficialità e l’ignoranza tecnica che avvolge molti ambientalisti ingenui e sprovveduti. Per far marciare le macchine elettriche bisogna caricarle possibilmente di notte per rendere uniformi i consumi di energia elettrica. Escluso il fotovoltaico restano poche alternative. Se l’obiettivo è ridurre la produzione di CO2, le scelte sono poche e dall’esperienza del passato sono queste: energia idroelettrica ed energia elettronucleare. Il professor Savaresi, citato nell’articolo, afferma che in Francia – dove gran parte dell’energia elettrica è prodotta da centrali elettronucleari –, le emissioni sono 51g/kWh; in Italia, invece, 371 g/kWh. In Estonia per alimentare un’ipotetica auto elettrica si producono ben 1.176 g/kWh perché in quel Paese l’energia elettrica proviene da centrali termoelettriche alimentate a carbone. Sarebbe perciò interessante sapere a che livello si pone la produzione di CO2 per le centrali termoelettriche e i più efficienti motori a combustione che muovono le nostre automobili. Qualcuno, molto sensibile, potrebbe anche chiedersi da dove provengano le materie prime per costruire le batterie per le auto elettriche. Certo è che anche in questo caso è implacabile la famosa legge di Lavosier: «Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma».

Angelo Valetti Brescia

Noi, gentile amico lettore, indichiamo i problemi per risolverli, perché sarebbe assurdo e sommamente autolesionista far finta che non ci siano o che si possa continuare con le vecchie prassi che surriscaldano e inquinano la «casa comune». Lavoriamo per far sì che ci siano sempre meno ambientalisti superficiali e sempre più “ecologisti integrali” e perché si ritrovino a essere ininfluenti gli oggi ancora potenti propagandisti del “ laisser faire, laissez aller”. Non si può lasciar correre tutto sugli attuali binari verso il disastro... Il nostro antropizzato e violentato mondo non è indirizzato nella direzione giusta: non serve mitizzare a prescindere l’«elettrico», ma continuare a dargli – a darci – una “scossa” utile e seria verso un’autentica conversione ecologica.