Opinioni

La parola di Cristo. L'indignazione una gran virtù che si coltiva con sacrificio

Giovanni Taneburgo venerdì 17 settembre 2021

Caro direttore,
l’ira è uno dei vizi capitali e deve essere evitata. Ma l’indignazione che esprime disapprovazione di tutto ciò che è male è una grande virtù. Così fu proclamata e praticata dai Profeti e da Gesù stesso. Nel capitolo ventitreesimo del Vangelo di Matteo c’è una forte espressione di indignazione da parte di Gesù: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all’esterno sono belli a vedersi, ma dentro sono pieni di corpi morti e di ogni putridume. Così anche voi apparite giusti all’esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità».

Nel 1993, in visita in Sicilia, san Giovanni Paolo II ebbe una forte espressione di indignazione contro la mafie. Esortò tutti i cittadini a sollevarsi e a rivestirsi di luce e di giustizia. In quel messaggio, considerato tra i più forti del suo pontificato, chiese ai siciliani di agire con determinazione in opposizione attiva al crimine organizzato. Disse: «Siamo in ritardo e non possiamo aspettare nell’inerzia o con mediocrità piena di timore ». Anche papa Francesco, nell’anno 2000, condannò in modo risoluto il crimine organizzato e chiese a tutti coloro che erano coinvolti in esso di convertirsi.

Fece appello a tutti coloro che avevano scelto da percorrere la strada del male ed erano affiliati a organizzazioni criminali di aprire i loro cuori al Signore Gesù. «Il Signore vi sta aspettando – disse – e la Chiesa è pronta ad accogliervi se la vostra volontà di servire il bene è affermata in modo chiaro e pubblicamente così com’era la vostra scelta di servire il male». Nelle parole di Francesco appare chiaro che lo scopo dell’indignazione non è, per così dire, quello di mandare tutti all’inferno, ma è quello di chiamare tutti alla salvezza. Questa stessa cosa è vera per l’indignazione di Giovanni Paolo II, di tutti i Profeti e di Gesù stesso. Venendo alle situazioni difficili che abbiamo nella nostra società in generale, sono d’accordo con Idro Montanelli che affermò: «Oggi manca la capacità di indignazione.

Spesso si dice che l’opinione pubblica è indignata. E magari è anche vero: al mattino. Alla sera siamo tutti a guardare la partita». Siamo tutti, direi in un clima di quiete superficiale e di disinteresse. La Chiesa e tutte le persone di buona volontà devono dare un forte esempio di indignazione per denunciare tutte le ingiustizie, le bugie e le ipocrisie che affliggono un po’ tutti; per denunciare la mancanza di responsabilità e senso civico a riguardo del contenimento dei diversi tipi di virus che continuano a spuntare come funghi velenosi.

La Chiesa e tutte le persone di buona volontà devono parlare a voce alta e chiara per affermare che nessun interesse egoistico può permettere a una persona o gruppo di mettere da parte il bene comune, gli obblighi civili e il dovere di condividere, secondo le proprie possibilità, ciò che abbiamo e di cui siamo grati Ricordiamo sempre: l’indignazione è un grande valore ed è una grande virtù che si conquista soltanto a costo di sacrificio.

Missionario comboniano