Opinioni

Il direttore risponde. Liberare le «schiave» si può

Marco Tarquinio mercoledì 15 agosto 2012
Caro direttore,
ho letto con commozione nei giorni scorsi l’articolo di Lucia Bellaspiga e, poi, il suo "Botta&Risposta" in questa pagina a proposito delle 'schiave' nigeriane. Ho provato rabbia per le persone che adescano queste ragazze nei loro Paesi d’origine con l’inganno e che, poi, le violentano sotto tutti i punti di vista e le sfruttano in questa maniera orribile, umiliante, disumana. Provo disprezzo per i loro "clienti", miei connazionali, che trattano le donne come merce "usa e getta". Mi chiedo e chiedo a lei, caro direttore: possibile che non si possa far nulla per liberare queste ragazze, senza che rischino la vita, loro e i loro cari?
C’è qualcosa che potremmo fare anche noi, gente comune? Anche solo offrire ospitalità e amicizia? Magari potrebbero almeno riacquistare un po’ di fiducia nel genere umano, che tanto le ha tradite. Cordiali saluti
Donatella Da Corte, Belluno
 
C’è molto da fare e molto che viene fatto, cara signora Da Corte.
Grazie, bisogna pur dirlo, all’impulso della Chiesa che si spende con dedizione evangelica contro la mercificazione e lo sfruttamento delle donne di qualunque nazionalità, in qualunque modo questa violenza e questa vergogna si manifestino. In prima linea ci sono diverse realtà associative e d’impegno, tra le altre spicca l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi, che ha la sede principale a Rimini (telefono 0541.909600 email info@apg23.org) e offre diversi riferimenti sul territorio italiano (e non solo). Nella sua Belluno, gentile amica, può certamente prendere contatto con la Caritas diocesana (Piazza Piloni 11 - telefono 0437.212426 dal lunedì al venerdì 9 - 12). Lei si fa poche e serie domande, tutte giuste.
Grazie a persone della sua sensibilità e disponibilità è possibile continuare a convertire la «rabbia» per l’ingiustizia in concrete azioni solidali, costruendo risposte umanamente e cristianamente efficaci. Ricambio il suo cordiale saluto e auguro a lei e a tutti gli amici lettori di vivere con serenità, nel cuore di questo caldo agosto, la festività dell’Assunzione di Maria.