Opinioni

Il direttore risponde. Quel «piccolo» bene che è possibile. E cambia la realtà

martedì 31 agosto 2010
Caro direttore,mi permetto di inviarti l’intervento, riprodotto qui sotto, di padre Claudio Crimi, missionario comboniano e presidente dell’Acse, Associazione comboniana servizio emigranti. Si tratta di un testo contenuto nella newsletter che diffonde tra gli amici. Mi è piaciuto molto e mi piacerebbe ancor di più condividerlo con te e coi lettori di Avvenire.«"Se il ferro è ottuso e non se ne affila il taglio, bisogna raddoppiare gli sforzi!" (Qoelet 10,30) (traduzione: La riuscita sta nell’uso della saggezza).Credo che non ci sia bisogno di una intelligenza superacuta, per rendersi conto del valore di questa affermazione biblica, ma quello che veramente manca in questo mondo è proprio «l’uso della saggezza!». La situazione più plateale l’hanno data i due medici che si sono accapigliati in sala parto per affermare ognuno i «suoi diritti e i suoi interessi», ovviamente. Lo spirito del male gode profondamente per essere riuscito a seminare nel mondo tanta divisione, tanta avidità, tanta brama di potere e di piacere, da spingere singoli e nazioni intere alla propria autodistruzione, come in Somalia. Guerre dappertutto, armi per uccidere, droga e alcol. Come sempre, basta anteporre il bene proprio a quello della comunità, a quello della famiglia, a quello dei figli; basta anteporre il proprio egoismo all’amore per la sposa, lo sposo o i figli. Basta cercare il proprio interesse rubando il sangue degli altri, per farsi ricchi e potenti, schiacciando ed eliminandoli come fossero birilli! Ma non dobbiamo scoraggiarci. Veramente è arrivato il tempo di guardare la realtà: sappiamo che noi non potremo realizzare «tutto il bene», ma «solo una piccola parte di esso» che però senza il nostro intervento non esisterebbe! A questo ci chiama Dio nel momento di ricominciare i lavori dopo le vacanze. Immaginate che, se ognuno di noi cominciasse a fare il bene che a lui compete, senza dubbio domani avremo una giornata migliore. Ve lo auguro di cuore».

Laura Badaracchi

Ti ringrazio, cara Laura, per questo piccolo grande regalo. Il testo-augurio che padre Claudio Crimi ha inviato all’estremo limitar di agosto ai suoi amici è la prova di come, anche sotto la "pelle" di internet, corra ogni giorno un fiume in piena di bene che si alimenta di parole vive (e per nulla retoriche), di esperienze condivise, di contatti fecondi, di volontà semplicemente e profondamente positive. Mi tocca come cronista – e penso, cara collega, che abbia toccato a fondo anche te – il richiamo a «guardare la realtà». È ciò che siamo tenuti a fare per mestiere e per passione. È ciò che su Avvenire ci sforziamo di fare, ogni giorno, praticando un giornalismo non imprigionato dalla pseudo-logica delle sensazioni e dei sensazionalismi e cercando, dunque, di raccontare – e così di diffondere ancora di più – anche il «piccolo bene» che accade e che, spesso, non trova titoli e appare sistematicamente sovrastato dal male. Eppure quel bene c’è, continua a "fare" il mondo e lo cambia (noi cristiani lo sappiamo che, con ogni altra donna e ogni altro uomo, condividiamo questa "parte d’eredità" della paterna creazione di Dio...). È la manifestazione dell’«uso della saggezza» di cui parla la Bibbia nella traduzione amica e diretta proposta da padre Crimi. Ed è un’ambizione che anch’io mi auguro si riveli contagiosa. Che contagi la quotidianità di tutti, e soprattutto di chi fa il nostro mestiere. E che almeno provochi (sono queste le provocazioni di cui abbiamo davvero bisogno) chi esercita responsabilità politiche e di governo ed è tenuto a lavorare al bene comune. L’Italia e il mondo hanno bisogno di progetti di lungo respiro e di grandi opere, epperò il bene comincia sempre con piccoli ma decisi passi nella direzione giusta.