Opinioni

Lettera nel giorno di san Giuseppe. Cari papà, ecco tre sentieri da fare insieme

Lello Ponticelli sabato 18 marzo 2023

Cari papà, quest’anno ho sentito il desiderio di scrivervi ancora una volta: per farvi gli auguri e condividere con voi una riflessione sull’importanza di conoscere sé stessi e riconciliarsi con la propria storia. Sono due obiettivi importanti della nostra maturità e possono aiutarci a vivere meglio l’esercizio della paternità. Papa Francesco ne scrisse già nella lettera su san Giuseppe Patris corde e li ha richiamati di recente in una catechesi sul discernimento.

Nella mia esperienza di padre spirituale e di terapeuta ho visto che molti vivono con difficoltà la relazione di paternità verso i figli, oscillando tra abbandono educativo, autoritarismo, anaffettività, fuga, oppure possessività ed eccesso di accudimento. Il più delle volte questo accade perché replicano o reagiscono, inconsapevolmente, a quanto hanno vissuto da figli, a loro volta, senza averlo elaborato. In questo contesto mi sono fatto una domanda: si può essere veramente padri, senza riscoprirsi innanzitutto figli e senza vivere come figli “riconciliati”? Tra l’altro, figli si nasce e si resta, comunque! È la nostra condizione ontologica, come riconosce laicamente anche uno studioso come Massimo Recalcati. Padri, magari, lo si diventa, in tutte le diverse sfumature con cui è possibile, ma troppo spesso si trascura che per diventarlo è importante riscoprire, patire e gioire l’umile e fiera “postura” della figliolanza (senza per questo essere eterni Peter Pan).

Così, in occasione della festa di san Giuseppe e in sua compagnia, ho pensato di proporvi un “viaggio” alla riscoperta della “figliolanza”. Se intendete accettare la proposta, suggerisco di regalarvi un po’ di calma e un po’ di coraggio; in alcune tappe potranno, forse, riaprirsi ferite che ancora attendevano di essere assunte e guarite, ma non temete: san Giuseppe vi custodirà. Sarà un viaggio spirituale che potrà dare nuovo impulso alla vostra paternità! Lo faccio anche io, in una “fraternità” vissuta a distanza, ma non meno reale.
In un primo “sentiero”, torniamo con la memoria nella casa e nella famiglia di origine. Che tipo di rapporto abbiamo vissuto con nostro padre? Come ha esercitato la sua autorità nei nostri confronti? Cosa ci piaceva e cosa no di lui? Per cosa vorremmo ringraziarlo e per cosa, invece, sentiamo dolore, risentimento? In che modo, il rapporto con nostro padre, pensiamo possa aver influito, e magari influisce tutt’oggi, nelle relazioni coi nostri figli (o con gli altri)? Cosa siamo chiamati a perdonargli o di cosa vorremmo ci perdonasse? Se non fosse più su questa terra, sappiamo che, nella fede e nella preghiera, possiamo ugualmente raggiungerlo, magari immaginare di fare con lui un dialogo, scrivergli una lettera… Se, invece, è in vita potrebbe essere giunta l’ora di ascoltare l’evangelico appello: «Va’ prima a riconciliarti con lui… ».

Un secondo sentiero porta a riscoprirci figli di una terra, una cultura, un popolo, di abitudini e tradizioni, anche di fede. Magari pure qui ritroviamo cose belle e opportunità insieme a condizionamenti (per esempio un certo maschilismo). Sarà importante osservare le “tracce” che questi aspetti culturali hanno impresso nel nostro stile, in positivo o in negativo che sia, e tutto assumere, elaborare, in una prospettiva di valori che promuovano e facciano fiorire di più l’umano.
Nel terzo sentiero, vorrei invitarvi a riscoprire e a gioire l’essere anzitutto “figli di Dio”, amati da Lui, preziosi e degni di stima. Forse dovremo fare i conti con un’immagine trasmessa di Lui come giudice e punitore per purificarla, oppure dire “grazie” a chi ci ha mediato in modo bello la sua paternità, come raccontata da Gesù nel Vangelo: tenera e forte, mite, accogliente e misericordiosa, che corregge ma ancor più incoraggia, risana e promuove.
Chiediamo proprio a san Giuseppe, che di questa paternità è stato l’“ombra” terrena, d’accompagnarci nel viaggio, insieme a Maria, per diventare anche noi “ombra del Padre”, vivendo da figli nel Figlio Gesù.


Sacerdote e psicologo