Opinioni

Il direttore risponde. Più Europa «giusta» anche per le pensioni

Marco Tarquinio martedì 3 maggio 2016
​Gentile direttore,non hanno pace le pensioni italiane: esodati sempre in ansiosa attesa, pensionati che temono riduzioni del poco che già percepiscono... Ogni giorno il signor Boeri lancia proposte come se fosse lui il Parlamento in persona. Ma il presidente dell’Inps non conosce il detto Pacta sunt servanda? Chi percepisce una pensione rientra in un accordo, un patto normativo siglato precedentemente, tutte le pensioni – lunghe, brevi o d’ogni tipo – ci sono in forza di una legge dello Stato e questo non può ora rimangiarsi la parola come vorrebbe il signor Boeri. Se lo Stato non ha i soldi, li stampi! Ecco il limite folle di non avere di fatto alcuna voce in capitolo. Prima c’era la Banca d’Italia, ora la Bce e gli equilibri di potere che condizionano questo strumento essenziale. Lo Stato non dispone in alcun modo della più evidente forma di sovranità, la moneta. Il detto Homo sine pecunia, imago mortis vale anche per i governi: un governo senza soldi è pronto a morire... imputet sibi. E ora saltino fuori quelli che vedono nella stampa della moneta una bestemmia economica! Meglio stampare che vedere pensionati alla disperazione. E poi, i soldi che girano danno lavoro e rientro di imposte. Saluti cordialiGiulio Rossi Valdisole
Sono sicuro, gentile lettore, che non si stupirà troppo se – dopo aver letto con rispetto e aver deciso di pubblicare la sua civile e argomentata opinione – le confermo che sono tra quelli che vogliono più Europa e più giusta, non meno Europa. Anche sul piano previdenziale.
Marco Tarquinio