Opinioni

Il direttore risponde. «La parola densa e mite di Fouad Allam servirebbe ancora». È così, ma la via c’è

Marco Tarquinio mercoledì 17 giugno 2015
​Caro direttore,la morte del sociologo del mondo islamico Khaled Fouad Allam è una grave perdita. Si sentirà la sua mancanza. Ora l’Is avrà un avversario in meno. Intellettuale laico, di tipo moderato, autore di analisi acute, raffinate e profonde, sostenitore della civiltà delle integrazioni e dall’integrazione delle civiltà. Recentemente la città di Vicenza con il Festival Biblico ha avuto l’onore di averlo come ospite con una conversazione sui terroristi di Boko Haram. La sua parola densa e mite ci è stata di aiuto e ancor più lo sarebbe stata…Sergio Benetti - Dueville (Vi)Sì, Khaled Fouad Allam – interlocutore amico, e compagno di strada – ci manca e ci mancherà molto. Ero molto contento di aver riavviato la sua collaborazione con “Avvenire” e posso dire che lo era anche lui (che aveva “cercato” e reso semplice e promettente questo nuovo incontro). Mi incantava, e mi resta dentro, il suo modo – dice bene, caro professor Benetti – «denso e mite» di vivere, di lavorare e di guardare, con occhi indagatori e appassionati, alla realtà complessa e preziosa del mondo in cui viviamo e, in particolare, di questa straordinaria realtà mediterranea che è la nostra casa comune. Un mondo ricco di identità, traboccante di differenze, assetato di verità e di comprensione reciproca, insidiato dal sospetto e dalle violenze dei cinici e dei fanatici . Era davvero un intellettuale laico, di quella laicità positiva che è caratteristica tipica delle persone davvero in ricerca, credenti e non credenti. Ed era un musulmano che non riesco a definire “moderato” (che cosa vuole dire, e questo vale per noi tutti, credere “moderatamente”?), ma che sento di poter chiamare saggio e fratello dei cristiani e di ogni altro essere umano, proprio come lei e come me. Sì, ci manca e ci mancherà molto. E non solo perché c’è da far finire la guerra atroce che gli alfieri neri dello Stato islamico, del Daesh, hanno deciso e sono riusciti a scatenare grazie anche alla miopia e ai giochi di potenza di pezzi del mondo occidentale. Ci manca e ci mancherà, perché c’è tanta vita buona da vivere e possiamo riuscirci in maniera giusta e nella libertà, che è dono di Dio e fatica degli uomini e delle donne di buona volontà, solo continuando a imparare a camminare insieme. E lo sguardo onesto e acuto di Khaled Fouad Allam ci ha molto aiutato scorgere e a non perdere la strada.