Opinioni

La grandezza del dono eucaristico i dubbi e la solennità che porta a Dio

Marco Tarquinio martedì 15 maggio 2018

Caro direttore,
sto leggendo un bel libretto sui miracoli eucaristici; è impressionante quanto la storia della Chiesa ne sia disseminata, certamente non a caso. Interessante, anche, il fatto che la stragrande maggioranza di essi si sia verificata a causa di ministri del culto consacrati ma dubbiosi sulla reale presenza del Signore nell’Eucarestia. Mi allaccio a questa considerazione per evidenziare il comportamento di certi sacerdoti che, al momento della consegna del Corpo di Cristo, approfittano per fare il salutino o la battutina (tipo con i ragazzi dell’oratorio) e distribuire magari il sacramento senza nemmeno elevarlo agli occhi del fedele. Non credo che la mia sia una questione di bacchettonismo: è o non è la “comunione” il culmine della celebrazione eucaristica e come tale dev’essere, seppure in quel breve momento, solennizzato? Chi consegna il sacramento con le modalità di cui sopra mi sembra vada a significare che è più importante l’aspetto orizzontale tra sacerdote e fedele piuttosto che quello verticale dell’ineffabile e soprannaturale incontro con il Signore Risorto; una sorta di abdicazione all’incarico di tramite tra il divino e l’umano per un profilo solo umano che si preoccupa di tenere agganciate le persone compiacendole. Cosa ne pensa?

Stefano Ziliani

Non ho avuto mai esperienza, caro amico, di sacerdoti che distribuiscono ostie consacrate assieme a battutine. Proprio mai. E ho appena compiuto sessant’anni, che non sono esattamente pochi. Se accadesse, sarebbe davvero triste. Ma, ripeto, ho sempre visto e vedo in sacerdoti, diaconi e ministri straordinari un accogliente raccoglimento. Ho visto, invece, questo sì, tantissimi preti dare una benedizione, una carezza e un sorriso ai piccolini che i genitori portano con sé, in braccio o per mano, al momento della Comunione. E quei gesti, fatti ogni volta con misura e spesso rispondendo a una muta richiesta della mamma o del papà, mi sono sempre sembrati belli e importanti, familiarmente “solenni”. Gesti di chi ha cuore e mente e occhi centrati sul Signore, ma mai distolti dal volto dei fratelli e delle sorelle, perché è proprio lì che, per noi, ricomincia sempre la ricerca del volto di Dio. Non credo che si riferisca a questa attitudine di molti sacerdoti, quando evoca una orizzontalità infelice, che toglierebbe sacrosanta verticalità al momento «della consegna del Corpo di Cristo» quello che lei giustamente ricorda essere il «culmine» della santa Messa. Se fosse così, per quel che vale il mio pensiero, non saremmo d’accordo. Quanto al dubbio sulla presenza reale di Cristo nell’Eucaristia, che può afferrare tutti, nessuno escluso, mi limito a constatare che è semplicemente umano. E che è vertiginoso come la grandezza del dono che ci è stato fatto da Gesù. E su questo la penso esattamente come lei: che lungo la storia della Chiesa una serie di miracoli ci abbiano confermato la realtà sconvolgente e consolante del dono della carne e del sangue di Dio è davvero impressionante.