Opinioni

La giusta lezione di Cicerone e i nodi stretti dell'Italia di oggi

Marco Tarquinio sabato 13 luglio 2019

Caro direttore,

«La finanza pubblica dev’essere sana. Il bilancio dev’essere in pareggio. Il debito pubblico dev’essere ridotto. L’arroganza dell’amministrazione dev’essere combattuta e controllata. L’aiuto ai Paesi stranieri dev’essere diminuito per evitare il fallimento di Roma. La popolazione deve ancora oggi imparare a lavorare invece di vivere di pubblici sussidi». Chi crede che queste siano affermazioni dei nostri politici attuali sbaglia grossolanamente perché esse risalgono addirittura a Cicerone, nel 55 avanti Cristo. Passano i secoli, ma la storia si ripete, nel bene e, purtroppo, anche nel male. Il che non ci deve indurre a un’accettazione rassegnata e tranquilla di una crisi perenne, ma anzi spronarci a continuare la battaglia per un mondo migliore sotto ogni profilo, sempre alla ricerca dei valori veri e duraturi insiti in una retta coscienza, al di sopra di ogni interesse personale.

Renato Zanovello, Padova

Grazie, caro amico, per questa fulminea lezione di storia e di… realismo profetico. Il programma dettato da Cicerone nella Roma di più duemila anni fa è di impressionante ed essenziale attualità per l’Italia di oggi. Punti chiari e difficilmente contestabili, ai quali si potrebbe aggiungere un ribadito, cristiano e civile dovere di solidarietà che ci salvi dall’ubriacatura dei diritti autoreferenziali. Abbiamo bisogno di pulizia mentale e dei comportamenti, di onestà vissuta e non declamata, di amore per la nostra gente e non di ostilità per gli 'altri'...