Opinioni

La proposta. L'Italia fermi per tutto il 2021 l'acquisto di nuovi armamenti

Giovanni Paolo Ramonda sabato 13 giugno 2020

Un F35 in volo

Gentile direttore,

se la spesa militare mondiale fosse ridotta anche solo del 20% e il denaro risparmiato fosse indirizzato in adeguati programmi di progresso umano, nell’arco di pochi anni potrebbero essere raggiunti quattro tra i principali obiettivi Onu di sviluppo sostenibile: 1) nessuna persona in condizione di povertà; 2) fame zero; 3) accesso per tutti ad una scuola di qualità; 4) realizzazione di importanti progetti per salvaguardare l’ambiente.

Invece, gli ultimi dati relativi alle spese militari - che 'Avvenire', unico tra i grandi giornali italiani, ha riportato in evidenza sulla sua prima pagina del 28 aprile scorso - evidenziano una realtà molto diversa: a livello mondiale la spesa nel 2019 ha raggiunto i 1.917 miliardi di dollari (record storico) e la previsione di spesa italiana per il 2020 è arrivata ad un livello mai raggiunto: 26,3 miliardi di euro e di questi 5,9 miliardi saranno spesi per l’acquisto di nuovi armamenti. Noi pensiamo, ancor più nella difficile stagione che stiamo vivendo, che i dati citati so- pra dovrebbero far riflettere ogni cittadino su quali siano gli investimenti prioritari per il nostro Paese e se quelli in nuovi sistemi d’arma siano uno di questi.

Per questo, come Comunità Papa Giovanni XXIII, insieme a oltre 50 associazioni, chiederemo al Governo e al Parlamento una moratoria di un anno, per il 2021, su tutti gli acquisti di nuovi armamenti. La proposta che avanziamo, da discutere nella prossima Legge di Bilancio, è concretamente realizzabile: azzerare per un anno i fondi per nuove armi allocati sia presso il Ministero della Difesa che presso il Ministero dello Sviluppo Economico e non dare avvio alla cosiddetta 'Legge Terrestre' richiesta dai vertici dell’Esercito. In questo modo verrebbero risparmiati circa 6 miliardi di euro che potrebbero essere investiti nella scuola e nella sanità. Al di là di ogni opinione politica, una scelta semplice e ragionevole: mettere le necessità reali dei cittadini davanti agli interessi dell’industria delle armi, investendo dunque i fondi già previsti non in strumenti di morte ma per il bene dell’Italia. Presidente Comunità Papa Giovanni XXIII