Opinioni

La morte di un bimbo per morbillo a Berlino. E il caso Usa. L’irresponsabile no ai vaccini

Vittorio A. Sironi martedì 24 febbraio 2015
La tragica notizia, resa nota ieri dalle autorità sanitarie, del decesso a Berlino per morbillo di un bimbo di un anno e mezzo ha provocato emozione e disappunto non solo in Germania. Nella capitale tedesca, colpita in queste settimane da un’ondata epidemica che ha fatto registrare dall’inizio dell’anno 574 casi di morbillo, è acceso il dibattito non solo sull’opportunità di sensibilizzare la popolazione per incrementare la percentuale di bambini vaccinati, ma anche sulla possibilità di rendere obbligatoria per legge tale pratica. La morte di un bambino in una capitale europea sembra destinata ad alimentare le polemiche in atto in molti Paesi occidentali sulla mancata vaccinazione – sempre più spesso per scelta – contro le più comuni malattie esantematiche, considerate, a torto, patologie innocue. Il morbillo è molto contagioso, può colpire a tutte le età ed è, nel mondo, la prima causa di morte per infezione tra i bambini: quasi 140mila vittime l’anno. Anche in Italia i casi di morbillo sono raddoppiati ogni anno dal 2010 a oggi, quasi tutti in persone non vaccinate o non correttamente vaccinate (una dose sola non basta, per avere la copertura completa, serve un secondo richiamo). È di pochi mesi fa lo scoppio a Bologna di un focolaio epidemico che ha coinvolto un centinaio di bambini, poi risoltosi fortunatamente senza gravi conseguenze. Anche negli Stati Uniti è in atto attualmente un’epidemia di morbillo che dall’inizio dell’anno ha coinvolto 125 bambini, la maggior parte dei quali (110) in California. Quasi la metà non erano vaccinati o avevano una copertura insufficiente avendo assunto una sola dose di vaccino. L’epidemia, dice un rapporto dei Centers for Disease Control and Prevention statunitensi, dimostra che all’origine del contagio c’è la scarsa copertura vaccinale ed evidenzia l’importanza della vaccinazione per la salute individuale e collettiva. È davvero assurdo oggi, per una scelta consapevolmente irresponsabile dettata da scelte "ideologiche" o – come avviene negli Stati Uniti – per una decisione legata a motivazioni "politiche", esporre la popolazione infantile a rischi sanitari elevati (il morbillo comporta un rischio elevato anche di encefalite con postumi spesso permanenti), quando esiste una pratica sanitaria sicura – la vaccinazione appunto – che permette di evitare tutto questo.