Opinioni

In auto vede tutto forse troppo. Il dispositivo per controllare chi telefona al volante

Alberto Caprotti venerdì 24 marzo 2017

L'ultima frontiera degli spioni si chiama TruCam. È il nuovo incubo degli automobilisti, un telelaser molto evoluto in dotazione alla Polizia Stradale che lo sta sperimentando sulle strade di Lazio e Sardegna. La particolarità? Funziona anche di notte, anche a 1,2 km di distanza. E non si limita a rilevare l’infrazione di velocità ma la filma, istante per istante, e poi la archivia in un hard disk per la successiva verbalizzazione. In più, grazie ad uno zoom molto sofisticato vede proprio tutto: se il conducente e i passeggeri hanno le cinture di sicurezza allacciate, o se il guidatore si stava distraendo utilizzando il telefonino, o – al limite – mettendosi le dita nel naso. Finalmente, viene da dire.

Non per il naso, abitudine volgare ma ancora non punibile, ma per quelle infrazioni pericolosissime che fino ad oggi potevano essere sanzionate solo quando si viene colti in flagrante e da vicino. Qualcuno piuttosto solleva già qualche perplessità di tipo giuridico- legale: l’interno dell’abitacolo di una vettura sarebbe proprietà privata. Filmarla da parte delle forze dell’ordine, necessita di un mandato? Roba da film, forse. Quesito d’altri tempi, comunque. Oggi viviamo già costantemente sotto l’occhio di mille telecamere. Al supermarket, per strada, in banca, davanti a qualunque esercizio commerciale. Persino a casa nostra, anche quando siamo soli, ci capita di pensare che qualcosa o qualcuno ci stia osservando.

Non è paranoia, è il progresso. Dicono. La scusa per banche e negozi, la conosciamo: l’occhio del grande fratello spione serve per proteggerci da rapinatori e ladri di merendine. Spesso è utilissimo, la chiamano sicurezza. Anche quando le telecamere riprendono fatti solo nostri, anche quando indugiamo, con l’aria un po’ ebete magari, davanti allo scaffale dei surgelati. Sapere che qualcuno mi sta filmando mentre decido tra un minestrone a 12 verdure o un calamaro argentino, francamente inquieta. Ma se è utile ad evitare che qualcuno si infili il cartone di una pizza surgelata nella tasca dei pantaloni ed esca senza pagarla, sopportiamo anche questo.

Però in un mondo dove se non sei “social” ti guardano brutto, e dove è normale informare pure chi non conosci dove sei e cosa fai, esiste il diritto di sentirsi un po’ scocciati? E di pensare che “privacy” non significa nascondere agli altri la mia vita privata, ma evitare che la vita privata degli altri irrompa nella mia? Ora invece l’agente della stradale che ci fermerà a bordo strada per segnalarci che andavamo 10 km l’ora troppo forte, potrà aggiungere che milleduecento metri prima il tuo bimbo ha sporcato il sedile dietro con il gelato che aveva in mano, e tua figlia con le cuffiette nelle orecchie cantava la scimmia che balla, mentre tu discutevi il conto dell’idraulico con tua moglie.

Il poliziotto lo potrà desumere dal labiale che ha filmato con il suo nuovo, potentissimo telelaser. Per cui quando vedete un Tru-Cam, sorridete: siete in tv, siete nel futuro. Il più bello che avreste potuto immaginarvi.