Opinioni

Impossibile fermare i bollettini Covid. Aiutare a leggere e a capire i numeri

Marco Tarquinio venerdì 21 gennaio 2022

Gentile direttore,

si discute se smettere di comunicare ogni giorno i numeri di positivi, ricoveri e decessi, perché sono dati imprecisi e potrebbero spaventare immotivatamente. Come se questi bollettini quotidiani non ci aiutassero, nonostante tutto, per ricordare ciò che ciascuno di noi deve personalmente fare per sconfiggere davvero il Covid. Perché, se si lascia il virus libero di correre e contagiare, aumentano le probabilità che si formino varianti, dall’esito imprevedibile: e questo è un fatto ed è scienza, non è un’opinione vaga o una previsione troppo cupa. Un obiettivo primario non è forse ridurre il maggior numero possibile di decessi ? Che non sono solo cifre, ma persone con il diritto di vivere. Il vaccino ci ripara dalla ma-lattia grave, è importante convincere tutti... ma la vaccinazione non evita il contagio e bisogna tener conto che (oltre ai no-vax) varie persone non possono proprio vaccinarsi a causa di patologie con le quali potrebbero convivere se non si aggiungesse il Covid. Insomma, non vorrei che fossero tolti i bollettini giornalieri, anche se mi mettono un po’ d’ansia e non sono sempre esatti: mi aiutano a non diventare indifferente, a ricordare il valore della vita di ogni persona, mi portano davanti agli occhi tutti quei medici e infermieri che ogni giorno si impegnano con dedizione. Mi dicono che anch’io devo collaborare con i miei comportamenti di ogni giorno. Grazie per le pagine di “Avvenire” ricche di notizie e di stimoli per l’approfondimento e la riflessione.

Clara Santagiuliana, Arcore (Mb)


La penso come lei, gentile signora. E aggiungo, da cronista e da cittadino, una annotazione che ho già fatto in diverse occasioni: se i bollettini venissero fatti sparire, molti sarebbero spinti a pensare a una “congiura del silenzio”, a un’opacità ricercata e voluta per tenere all’oscuro l’opinione pubblica. I dati non vanno occultati, piuttosto bisogna aiutare a “leggere” quei numeri, a contestualizzarli e a guardarci dentro. Il nostro lavoro serve, appunto, per aiutare a farlo. E per ricordare a tutti che sempre, in qualunque circostanza, certi numeri sono l’eco solida di persone in carne e ossa, relazioni e sentimenti.