Opinioni

Il direttore risponde. Il campo della Chiesa e i rovi

Marco Tarquinio venerdì 6 aprile 2012
Caro direttore,
il Santo Padre con riferimento all’Austria ci dice che "disobbedienza non è rinnovamento". Non mi permetto di entrare nel merito. Ma è mia impressione personale che molti cattolici, molti cristiani, vorrebbero semplicemente partecipare di più. Capire di più. Di solito, invece, ci viene chiesto di obbedire e basta. Oppure ci viene detto di partecipare a una associazione o a un movimento. Ma al suo interno, spesso, ci viene chiesto di obbedire, non di capire, di partecipare pienamente. Mi perdoni se non riesco a spiegare il mio disagio. È un ripetersi stanco di formule, un seme che cade nei rovi e non riesce a svilupparsi pienamente. La abbraccio in Cristo. E faccio gli auguri a Papa Benedetto per il suo imminente 85° compleanno.
Daniele Barattelli, Napoli
 
Partecipare alla vita della Chiesa, caro signor Barattelli, non è disobbedire. Ciò che Cristo ci chiede, e il Papa ci invita a fare, è di non obbedire alle logiche del mondo. Questo è il punto. Questo è l’anticonformismo cristiano. La nostra comunità cristiana – la Chiesa cattolica – non è una "caserma" governata da aggressivi "sergenti" e questa è la mia concreta esperienza. E non è affatto un campo infestato dai rovi. Dipende anche da noi, da ognuno di noi, dalla nostra fedeltà e dalla nostra capacità di adesione a Gesù Cristo e al limpido magistero della Chiesa, che non lo diventi.