Opinioni

Le elezioni dei rappresentanti. Il voto alle Rsu spinta a cambiare la «Pa»

Annamaria Furlan martedì 24 aprile 2018

Caro Direttore
la grande partecipazione in questi giorni alle elezioni per il rinnovo delle Rsu in tutti i comparti del pubblico impiego, della scuola, della università e della ricerca, è la riprova che i lavoratori vogliono tornare protagonisti di una stagione di grande cambiamento anche nel mondo del lavoro pubblico. Ma ancor più significativo è il grado di consenso e di fiducia per i sindacati confederali che sfiora in tutti i settori l’80 per cento, con un risultato per la Cisl molto positivo grazie al lavoro straordinario di tante delegate e delegati . Sono loro la vera ' leadership diffusa' costruita e rafforzata dalla nostra organizzazione in tutte le categorie e in tutti i territori in questi anni. La società civile ha molto da insegnare ai partiti ed a quanti hanno predicato in questi anni il bisogno di disintermediare, di mettere nell’angolo i corpi intermedi.

I risultati positivi raggiunti dalla Cisl sia nelle Rsu del settore pubblico, sia in tantissime aziende private, di tutti i settori produttivi, dimostrano che il sindacato rimane uno dei pochi soggetti in grado di aggregare le persone, combattere l’individualismo e la 'solitudine di massa', che sembra caratterizzare la nostra società. Un fatto che ha una valenza 'politica' importante e che deve far riflettere tutti in questa fase convulsa della vita del Paese. Ripartiamo dal basso attraverso veri percorsi democratici, di rappresentanza e di autonoma contrattazione.

La partecipazione dei lavoratori può rappresentare una grande svolta democratica e una opportunità anche per cambiare il nostro modello di sviluppo. Ma è anche il vero argine al populismo che ha rischiato di tracimare anche nelle scelte sindacali, come è accaduto alcuni mesi fa nella vicenda di Alitalia. Abbiamo bisogno di luoghi di confronto libero e trasparente dove poter discutere per trovare momenti necessari di mediazione tra AStato e individuo, tra impresa e lavoratori.

Questo vale anche per il settore del pubblico impiego e della scuola, dove la firma dei contratti dopo nove anni anni di blocco è stata certamente una svolta positiva per tutti i lavoratori. Ma anche un segnale positivo per il futuro del nostro Paese, in una stagione in cui per consolidare la ripresa occorre una pubblica amministrazione efficiente; una migliore qualità dei servizi per cittadini e le imprese; una scuola, una università e un settore della ricerca capaci di comprendere le esigenze delle imprese e del territorio, per concorrere allo sviluppo competitivo del nostro sistema economico e produttivo.

È chiaro, però, che dobbiamo fare di più. Ora si apre una nuova fase. E la Cisl è in prima fila per restituire dignità e centralità, non solo risorse economiche importanti, a tutti i dipendenti pubblici che hanno sempre e comunque garantito, con innegabili sacrifici, i servizi ai cittadini in questi lunghi anni di crisi. Non sempre questo è avvenuto, anche a causa dell’invasività della politica e di una dirigenza non all’altezza del proprio compito, che spesso ha coperto sprechi, inefficienze, episodi di corruzione e casi di assenteismo. Così come dobbiamo fare una grande battaglia sindacale per ridare centralità alla scuola, alla ricerca e all’università che rappresentano una risorsa indispensabile per il nostro Paese e per questo devono tornare al più presto ad essere la leva centrale di un processo di crescita, di sviluppo della persona umana e di miglioramento sociale.

Bisogna avere maggiore rispetto per tutti i lavoratori pubblici, scommettere sulle loro competenze, garantire i giusti miglioramenti economici e la progressione di carriera. Questo sarà l’obiettivo della prossima tornata contrattuale. Sono milioni di persone laboriose di cui nessuno parla mai, e che fanno ogni giorno il proprio dovere con grande umiltà, correttezza, professionalità. Basta con questa retorica dei 'fannulloni' utile solo a coprire inefficienze storiche, omissioni della politica, giustificare interventi legislativi calati dall’alto come è avvenuto nella scuola senza alcun confronto con il sindacato e i lavoratori.

Dobbiamo ripartire dal basso. Negoziare direttamente nei posti di lavoro è per noi il metodo migliore per stabilire obiettivi concreti e percorsi condivisi di riorganizzazione dei servizi pubblici, produttività, innovazione tecnologica, mobilità, qualità del sistema scolastico, coinvolgendo i lavoratori nei processi necessari di riforma. Dobbiamo, insomma, porre le basi, anche nei confronti del nuovo Parlamento e del nuovo Governo, per rivendicare una politica di forte investimento nella formazione del personale, nell’innovazione tecnologica, nel miglioramento delle condizioni lavorative. Occorre fare tutto questo rovesciando la piramide, mettendo al centro i lavoratori e gli iscritti al sindacato, valorizzando il ruolo delle Rsu e dei delegati eletti in questi giorni democraticamente in tutti i luoghi di lavoro.

Segretaria Generale Cisl