Opinioni

Reazione specchio della crisi di valori e di lucidità nel Pd

Marco Tarquinio martedì 9 ottobre 2018

Sono davvero tante, dolenti e appassionate le lettere arrivate in reazione al cosiddetto “caso Verona”, cioè alla intollerante (e intollerabile) presa di posizione quasi corale dei vertici del Pd contro la capogruppo consiliare veronese dello stesso Partito Democratico. Carla Padovani è stata giudicata colpevole di aver votato in libera e piena coscienza una mozione che impegna quel Comune a mettere in campo sostegni a chi cerca di offrire un’alternativa all’aborto per le donne spinte in questa drammatica direzione. Interventi che, come abbiamo ricordato nei giorni scorsi e come ricordano oggi diversi lettori, testo normativo alla mano, rappresentano una possibile e necessaria piena applicazione della legge 194. Se chi sta al timone del Pd non si rende conto della gravità dell’accaduto neppure in questa occasione, e non presta orecchio alle proteste che salgono anche da settori niente affatto irrilevanti del suo stesso elettorato, allora bisogna proprio concludere che la crisi di orizzonti valoriali e di lucidità politica nell’ex partito perno del Governo e attuale forza principale di opposizione è davvero verticale...

Caro direttore,
stupisce davvero la reazione del Pd, persino nei suoi vertici nazionali, nei confronti della capogruppo comunale di Verona del medesimo partito sulla questione del sostegno ai progetti pro-vita che il Comune si sta impegnando a realizzare. Ha fatto bene 'Avvenire' – attraverso il breve e puntuale commento 'Secondo noi' di venerdì 5 ottobre – a sostenere la scelta a favore della vita nascente compiuta dalla capogruppo Carla Padovani nonostante le critiche e addirittura le richieste di dimissioni che le sono pervenute dal suo stesso gruppo. Un Partito che si qualifica 'democratico' non può permettersi di censurare le posizioni e le scelte a favore della vita. Poi non ci si può lamentare se tanti cittadini approdano su altri lidi...

don Andrea Cardani Parroco di Pogliano Milanese

Gentile direttore,
prima di affrontare il problema sorto al Consiglio comunale di Verona sulla mozione della maggioranza di centrodestra col voto favorevole anche della capogruppo Pd, vorrei citare qualche articolo della legge 194. L’art. 1: «Lo Stato garantisce la procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio. L’interruzione volontaria di gravidanza di cui alla presente legge, non è mezzo per il controllo delle nascite. Lo Stato, le Regioni e gli enti locali, nell’ambito delle proprie funzioni e competenze promuovono e sviluppano servizi socio-sanitari, nonché iniziative necessarie per evitare che l’aborto sia usato ai fini della limitazione delle nascite». Mi preoccupano e mi rattristano le dichiarazioni stizzite, impulsive e le arroganti richieste di espulsione per chi ha osato andar contro il pensiero unico e le parole d’ordine di alcuni. La legge 194 ha quarant’anni, ma è ancora sconosciuta ai più, in particolare agli articoli 1, 2 e 5 che dispongono interventi per la protezione della maternità. Se un Comune vuol dare una mano in tal senso, non mi sembra il caso di 'stracciarsi le vesti' e chiedere le dimissioni dal Pd della signora Carla Padovani consigliera a Verona. Questo sempre e tanto più in tempi di denatalità... Va poi considerato che nello statuto del Pd esiste, per fortuna, la libertà di coscienza e a quelli che ci ripropongono il 'pensiero unico' dobbiamo ricordare che per fortuna, lo stesso Partito è la casa comune di tutte le culture riformiste del Paese, dalla socialista alla cattolica, alla liberale, alla repubblicana... Anch’io, con molti altri, faccio i complimenti alla consigliera Padovani per aver dimostrato che ci sono ancora uomini e donne onesti e senza timore di non seguire il pecorume imperante.

Giancarlo Maffezzoli Garda ( Vr)

Caro direttore,
qualche giorno fa il segretario del Partito democratico manifestava l’intendimento di avvicinarsi, nell’ottica di un sempre più ampio respiro da dare alla forza politica da lui diretta, allo spirito e agli ideali cristiano-democratici, come propri di una larga parte della popolazione italiana. Solo qualche giorno dopo, lo stesso partito ha reagito in modo molto critico all’atteggiamento della propria capogruppo del consiglio comunale di Verona, che ha 'osato' votare a favore di una mozione che impegna quella amministrazione a impiegare risorse a favore di progetti tesi a promuovere e facilitare vite nascenti. Questa scelta ha scatenato interventi critici e aspri dibattiti all’interno dello stesso Pd. È forse il caso che in quel partito ci si pongano alcune altre domande. Nel Pd si è consapevoli che su problemi etici e soprattutto su problemi che hanno a che fare con la difesa della vita sarebbe del tutto opportuno evitare schieramenti 'politici' pregiudiziali, laddove la libertà di coscienza non può soffrire anacronistiche limitazioni? Si è consapevoli che scegliendo la via dell’anatema anti-vita il Pd corre un forte rischio di perdere molti più voti di quanti riesca non ad aggiungere ma anche solo a conservare? Si è consapevoli che in questi più recenti anni errori analoghi su materie così sensibili (come quella familiare) hanno avuto ritorni estremamente negativi?

Francesco Napolitano Roma

Gentile direttore,
concordo pienamente con quanto scritto su 'Avvenire' a proposito della delibera del Consiglio comunale di Verona sulla prevenzione dell’aborto. È un vero aiuto alle donne. Difendo anche la libertà di coscienza della capogruppo Dem Carla Padovani.

Sergio Rovelli

Caro direttore,
voglio esprimere la mia piena solidarietà alla capogruppo Pd di Verona Carla Padovani: la scelta per la vita è una scelta di giustizia e sarebbe doverosa per un partito che si definisce democratico. Non mi sarei mai aspettato la reazione, assurda e ridicola, dei vertici del Pd, che vorrebbero le dimissioni della signora Padovani. Ci penserò bene prima di votare ancora questo partito. Buona giornata.

Fulvio Colombo Briosco (Mb)

Caro direttore,
nella vicenda di Verona, che ha visto l’encomiabile coerenza della consigliera Carla Padovani e lo spirito aggressivo fuori tempo e fuori luogo di altre Signore, mi hanno profondamente deluso i consiglieri comunali pentastellati, che hanno clamorosamente contraddetto l’ostentata devozione dei loro presidente del Consiglio Conte e vicepresidente del Consiglio Di Maio (a meno di non supporre che S. Pio da Pietrelcina e S. Gennaro fossero favorevoli all’aborto!). Ma, ancora di più mi hanno amareggiato certi esponenti nazionali del Pd. Di quel Pd cui ho dato finora il mio voto e il mio due per mille, credendo nonostante alcuni 'errori' che quel Partito non costituisse la prosecuzione del vecchio Pci, ma fosse una formazione politica nuova nella quale confluivano diverse correnti di pensiero politico – tra cui una, e non ultima, di estrazione cattolica – rispettandosi a vicenda, quindi con quella codificata libertà di coscienza sui temi etici cui si appella giustamente la consigliera Padovani. È (o era) una convinzione (o un’illusione?) non soltanto mia: vogliono forse smentirla?

Giulio Cesare Favilli Santucci Impruneta (Fi)

Gentile direttore,
ho seguito il caso della mozione approvata dal comune di Verona e le reazioni che ne sono seguite. Ora mi chiedo: 1) se il segretario Maurizio Martina e il Pd hanno difeso la legge 194 con la stessa veemenza di oggi, quando veniva proposto di limitare l’obiezione di coscienza, prevista dalla stessa legge (art. 9). 2) Se Sergio Lo Giudice, responsabile dei diritti del Pd, e il suo partito, hanno mai indagato sul se e come siano state spese le somme stanziate dal 1978 ad oggi, per prevenire l’aborto (art. 3).

Giorgio Tibaldeschi, medico chirurgo Vercelli

Caro direttore,
dopo la vicenda di Verona mi chiedo come possa ancora un cattolica votare e restare parte attiva in un partito come il Pd che ora ha gettato la maschera. Che ci fanno in esso persone che stimo come la Bindi, Delrio, Prodi? Anch’io ho votato Pd in passato, convinto che questo partito fosse il 'meno peggiore' e comunque il più prossimo alla dottrina sociale della Chiesa. Gli ultimi anni della scorsa legislatura, complice Renzi, hanno visto il deprimente spettacolo di un Pd ostaggio di persone esagitate e faziose come la senatrice Cirinnà, sprecando tutto il tempo sulla questione assolutamente marginale delle unioni civili. Ma il Paese chiedeva invece (e tanto più a un partito che si dice di centrosinistra!) idee e azioni per il lavoro, prospettive per i giovani, incentivi per il risveglio dell’economia, freni alla fuga dei migliori all’estero, programmi per le famiglie attuali e in formazione. Ora, con il populismo al potere, il Pd non trova nulla di meglio di scagliarsi contro il diritto di una sua militante a votare come la coscienza le suggerisce. Sento ormai il rancido odore dei 'commissari del popolo' che immaginavo morti e sepolti dopo le infauste vicende del comunismo ove era al potere. E vedo spuntare, sotto la maschera 'perbene' di Martina e compagni, il volto accusatore contro i 'reazionari' di stampo medioevale. Nemmeno un cenno autoironico al fatto che i veri reazionari sono proprio coloro che non difendono, ma anzi fagocitano, il diritto dei più deboli e indifesi, il diritto di nascere. È il trionfo del più bieco individualismo, l’esatto contrario di quanto la sinistra dice da sempre di voler perseguire.

Lorenzo Fellin Padova

Caro direttore,
da iscritto al Pd, anche attraverso il nostro 'Avvenire' voglio manifestare tutta la mia solidarietà alla signora Carla Padovani per aver scelto – con coerenza – la vita. Prevenire l’aborto e favorire la vita è l’esatto contrario del favorire la morte! Non è un segno di inciviltà, è un dovere civico e umano. Fraterni saluti

Giancarlo Guivizzani Faella (Ar) Carla Padovani, capogruppo Pd a Verona