Opinioni

Il caso. Ideologia a scuola, dovere di reagire

Giuseppe Anzani sabato 15 marzo 2014
​Che cosa ci fa Vladimiro Guadagno, in arte Vladi Luxuria, in mezzo a un’assemblea studentesca d’un liceo statale italiano? È stato deputato per una legislatura, ma non pare che debba illustrare agli alunni la riforma del Titolo Quinto. Ha scritto libri, recitato in cinema e teatro, parlato in radio e apparso in tv, ma non pare che un’assemblea studentesca debba farsi palcoscenico. Le assemblee si fanno per «approfondire i problemi della scuola e della società in funzione della formazione culturale e civile degli studenti» (è scritto proprio così, nella legge). Sono un momento educativo forte, se prese sul serio, rammentano a tutti che la crescita umana non è solo questione di istruzione ma di “educazione”, e che oltre le materie scolastiche c’è da apprendere la lettura del grande libro della vita.Ma qual è il capitolo aperto e offerto all’apprendimento, con la partecipazione del presidente locale del circolo Arcigay, e qual è la chiave di lettura della sessualità e della vita, se la voce narrante è quella non dico di un transgender ma di un transgender attivista, che ha nella sua biografia l’orgoglio operoso della cultura omosessuale? La scuola non può ospitare una possibile pubblicità lgbt. Tra i molti problemi che incombono, si può certo parlare anche di questo, si può parlare di tutto; ma programmando insieme con i genitori gli argomenti, i relatori e la gestione del dibattito. Istruire ed educare sono esattamente le due parole che la Costituzione (art. 30) definisce e assegna non ai “consigli di istituto”, ma ai genitori, persino prima come dovere che come diritto. La scuola integra, serve, affianca, supplisce: non scavalca i genitori con l’arroganza di una burocrazia che neppure li interpella. Questi ragazzi sono i nostri figli. Non sono una platea anonima esposta alle propagande, urlate o sussurrate che siano, seduttive o revulsive. La pedagogia essenziale è lo sviluppo della conoscenza, l’affinamento del senso critico che filtra il ventaglio delle ragionate opinioni, la ricerca della verità come traguardo. Il vero, e il bello, e il giusto; genitori, non lasciamoci zittire.