Opinioni

I costi (e il prezzo) dei referendum falliti e chi è che infine li paga

Marco Tarquinio sabato 19 febbraio 2022

Caro direttore,

se non ricordo male, qualora una consultazione referendaria non raggiunga il quorum, le spese sostenute dallo Stato per la sua effettuazione devono essere rimborsate da chi ha promosso tale consultazione. Gradirei sapere come stanno effettivamente le cose. Grazie.

Maurizio Volpe


Ricorda male, gentile e caro amico. Il costo di ogni referendum, anche di quelli falliti, lo sostiene la Repubblica italiana, cioè lo paghiamo tutti. Si era favoleggiato, tempo fa, di caricarlo quel “conto” sui proponenti sconfitti, ma sarebbe stata una misura assurdamente punitiva. Personalmente, da molti anni, sono piuttosto favorevole ad aumentare il numero di firme necessario a richiedere la celebrazione di queste consultazioni popolari. I presentatori devono essere almeno 500mila, come quando l’Italia aveva 40 milioni di abitanti, un terzo in meno di oggi. Per di più, da qualche mese c’è anche la possibilità di sostenerli digitalmente (con lo Spid), cioè senza neppure compiere un atto solenne di impegno “in presenza” in una sede pubblica!. Fatto sta che nell’ultimo quarto di secolo queste votazioni sono risultate valide solo una volta, nel 2011, quando ci vennero sottoposti i quesiti su acqua, energia nucleare e “legittimo impedimento” per le alte cariche dello Stato. In tutte le altre occasioni l’uso dello strumento referendario è stato (anche assai sonoramente) bocciato dai cittadinielettori che hanno deciso di non rispondere alla chiamata alle urne. Non solo un’astensione come nel caso del voto per le assemblee elettive, perché il non-voto nel referendum abrogativo è una delle tre possibilità previste (Sì, No, rifiuto di partecipare al quorum). Il referendum è uno strumento importante e delicato, ma nonostante la retorica dei proponenti (e di certi commentatori liberamente solidali coi proponenti) non è sempre lo strumento giusto o anche solo condiviso per intervenire, cancellando o innovando norme vigenti. Proprio per questo andrebbe preservato da ogni banalizzazione, involontaria o presuntuosa che sia. Altrimenti rischiamo di pagare altri rischiosi prezzi, non solo i costi economici...